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Musica Bambini

Ciò che impariamo nei primi 5 anni di vita ci condiziona l’esistenza, sia in senso positivo che negativo. Lo studio Abecedarian Project sta seguendo da 45 anni dei soggetti, monitorando ciò che hanno imparato in tenera età – e come questo ha influenzato e sta influenzando la loro vita adulta. Ad esempio, si cerca di vedere il rapporto tra musica e bambini.

Se da quando nasce ai 5 anni di vita il bambino viene stimolato con giochi, musica e colori dai genitori, c’è la possibilità che sviluppi un grande equilibrio anche sul fronte della relazione, senza contare la maggior probabilità che possa trasferire questo equilibrio nella sua vita da adulto.

Musica come accesso al linguaggio

Il professor Edwin Gordon e la sua cinquantennale ricerca non saranno  d’accordo, ma secondo il Massachussets Institute of Technology (MIT), se ad un bambino vengono erogate lezioni di strumento, precisamente di pianoforte, tra i 4 e i 5 anni, avrà maggiori possibilità di sviluppare un buon linguaggio. Per perseguire la strada in questo studio, i ricercatori americani si sono basati su una ricerca con 75 bambini cinesi condotta dall’Università Normale di Pechino, in cui i bambini, divisi in 3 gruppi – uno partecipante ad un training di lettura, uno frequentante 3 lezioni di piano da 45 minuti a settimana e un gruppo che non ha seguito alcun corso – hanno notato che alla fine dei 6 mesi del programma il bambino che aveva seguito lezioni di piano ha mostrato un vantaggio significativo, anche rispetto al gruppo che si era esercitato nella lettura, nel distinguere parole ascoltate che differivano soltanto per una consonante. Nelle parole che differivano per una vocale, invece, si è notato che in generale chi aveva seguito un corso di musica è risultato più abile di quelli che non avevano seguito nulla.

Musica Bambini: stimolare, non soverchiare!

Senza arrivare a lezioni intensive e prolungate di strumento – e noi sappiamo bene con la Teoria di Apprendimento Musicale (la Music Learning Theory) che entro i 6 anni le lezioni sono di musica (voce, corpo libero e giochi) e non di strumento – la cosa importante quando un bambino sta formando il suo atteggiamento è stimolarlo adeguatamente – e non solo con televisione, smartphone e tablet. Bisogna essere consapevoli che ogni brano o canzone (e non per forza deve essere una musica bambini), ogni film, ogni attività può lasciare un segno più o meno profondo nel suo subconscio come fruitore, quindi è opportuno che la scelta degli agenti stimolanti sia accurata e non vada a “caso” soltanto perché più facile ed immediata.

Ad esempio sarebbe meglio ascoltare la volontà del bambino mediando secondo uno stile educativo equilibrato.

Penso che ci siano poche cose deleterie come il fatto di intestardirsi nel voler far frequentare a tutti i costi una determinata attività – magari quella in cui noi avremmo voluto eccellere nella nostra vita – poiché rischiamo di far apparire come frustranti compiti o attività che sarebbero pensate per la crescita, il divertimento o comunque l’intrattenimento piacevole come acculturazione generale della persone. Non è detto che se il padre ha sempre sognato di fare il calciatore il figlio non possa desiderare frequentare un’altra passione, come la musica. Al contrario non va sottovalutato che non tutti possono reggere ritmi elevati e stressanti – e quindi è meglio essere vigili ed evitare che il carico di pressioni possa pressare il proprio bambino, che chiaramente non ci dice in modo esplicito quale sia la sua situazione emotiva legata allo stress.

È inoltre fondamentale sapere il modo in cui sarebbe meglio arrabbiarsi, quando è necessario – e conoscere le dinamiche che possono farci perdere serenità come genitori. Ovviamente in età davvero giovane, è frequente che i bambini facciano capricci – ed è controproducente sia che ad ogni capriccio segua una sfuriata, sia che gliele si conceda tutte. È quindi importante  avere un sufficiente autocontrollo che possa aiutare il figlio a capire gli errori commessi. Naturalmente il tono della nostra decisione è opportuno che sia sempre deciso, altrimenti sono parole buttate al vento.

Fare i genitori é il mestiere più faticoso al mondo ma non bisogna dimenticare che se ricerchiamo continuamente un buon equilibrio per noi, riusciremo a passarlo anche ai nostri figli: e un domani, quando quel bambino crescerà e farà parte della società – potrà farlo seguendo quei canoni comportamentali e quei valori che gli verranno insegnati durante l’infanzia, il periodo più importante e incredibile di tutta la vita.

M°Cristian Petenzi

Musicoterapista 

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