Trevor non ci vede. Melanie non cammina. Un Dream Team che scala le montagne
Nel 1992, alle Olimpiadi di Barcellona, gli USA si presentarono con la più forte squadra di basket che si fosse mai vista, che poteva vantare tra le proprie fila – tra gli altri – Michael Jordan, Magic Johnson e Larry Bird. Venne soprannominato Dream Team (squadra dei sogni) dato che vinse tutto con una semplicità disarmante.
A volte però, questa dicitura si applica anche a situazioni molto difficili, ma superate con determinazione e grande intesa.
Una vicenda interessante, che ci porta a considerare il significato reale della vita, arriva dal Colorado: l’amicizia tra Melanie Knecht – 29 anni – affetta da spina bifida e Trevor Hahn – 42 anni – che a causa di un glaucoma ha perso la vista cinque anni fa. Entrambi hanno sempre amato la natura: Melanie ci riusciva solo se aiutata da qualcun altro, a causa della sua patologia; Trevor “superava” la cecità solo se coadiuvato dai compagni durante le camminate in montagna. La perdita della vista però lo aveva fatto cadere in depressione, come sicuramente accadrebbe anche a tanti di noi: da qui è nata l’amicizia che li ha aiutati ad uscire da situazioni veramente difficili.
Il “Dream Team” alla conquista della vita
Tutto inizia nel 2018, quando i due si incontrano per caso ad un allenamento adattivo. Tra le varie conversazioni spunta il fatto che Melanie sia una musicoterapista e abbia già fatto un viaggio nell’Isola di Pasqua sulle spalle di un’altra persona; è riuscita a godersi delle meraviglie naturali di un luogo così suggestivo uscendo dalle limitazioni imposte dalla sedia a rotelle – come invece tante altre persone purtroppo fanno. Trevor è uno scultore e dai suoi quarantadue anni ha un’idea geniale: perché non unirci in lunghe escursioni in “coppia”?
Dapprima i due organizzano passeggiate a portata di mano, in luoghi accessibili, per testare l’intesa di coppia, che da subito appare ottima.
“E’ un fatto di buonsenso, io sono gli occhi, lui le gambe: siamo il Dream Team!”
dice Melanie, orgogliosa dell’amicizia che li lega. I loro allenamenti e imprese sono documentati attraverso il profilo Instagram @hiking_with_sight (letteralmente “passeggiando con vista”), in cui mettono le foto più significative di ogni uscita, dal tragitto di montagna al selfie, dal panorama alla birra che si godono durante i momenti di pausa. La descrizione al di sotto di questo profilo è:
un viaggio di due amici, uno che non può vedere e una che non può camminare.
Inoltre, a questo si aggiunge la volontà dei due di scalare una vetta da 4000 metri, probabilmente il Monte Elbert – il più alto del Colorado con 4401 m di altitudine – per mostrare a loro stessi, agli oltre 12.000 followers e a tutti coloro che vogliono intraprendere lo stesso percorso che ogni obiettivo che ci si pone è raggiungibile, se affrontato con la dovuta determinazione e mentalità.
L’ironia per superare le crisi
In un’intervista rilasciata alla rivista statunitense Outside, si può vedere come i due siano ampiamente inclini all’ironia, che li porta a scherzare sulle difficoltà per affrontare quelle più dure con uno spirito diverso. Ad esempio fa sorridere Melanie che si lamenta dell’imbracatura che aveva usato nel viaggio all’Isola di Pasqua: “questa roba è adatta per un bambino piccolo, non per chi non ha il seno!!” – sbotta con ironia. E poi il riscatto verso la disabilità: si è sentita molto orgogliosa quando ha sentito che due persone incontrate durante un’escursione si sono rivolte a lei, bisbigliando tra loro, come “la ragazza mora in forma”, non accennando quindi alla sua patologia.
Per far capire meglio gli ostacoli a Trevor, lei ha trovato un modo molto efficace per spiegare i pericoli al suo partner: invece di parlare di “sassi”, parla di “Iceberg” se il masso è molto grande, “baby head” (testa di bambino) se questo è di dimensioni ridotte. Considerando i precipizi invece, utilizza le terminologie “Ospedale” o “Morte”, a seconda dei danni che potrebbe provocare una caduta nello stesso. Tra l’altro, Melanie ha studiato canto – e quindi è preparata vocalmente a reggere numerose ore di indicazioni da “navigatore”.
“Un’idea smette di essere <<pazza>> quando è condivisa da due persone; diventando una semplice idea.
riflette Melanie, seguita da Trevor che afferma come sia “lo spirito umano” che li spinge così in alto, poiché
se una o più persone vogliono una cosa fortemente, essi riusciranno a raggiungerla.
“Pensi che le persone in sedia a rotelle non vogliano arrivare in cima alle montagne?”
Questa è la domanda che Melanie ci pone. Ed effettivamente fa riflettere, perché il fatto che una persona sia limitata dalla condizione di disabilità non significa che non abbia sogni e desideri, ambizioni e obiettivi.
E allora quanto sarebbe bello se tutti noi, come cittadini senza disabilità potessimo garantire pari opportunità di realizzazione a chi abbia una disabilità?
Sì, i passi avanti sono stati fatti, ma bisogna compiere passi da gigante per migliorare speranza e qualità di vita a chi è nato con un deficit o lo ha acquisito nel tempo.
Adesso è ora di migliorare questo aspetto del mondo, dal punto di vista politico aumentando i fondi destinati alla disabilità – e dal punto di vista umano – aprendo il nostro cuore alla possibilità di aiutare il prossimo.
Come Melanie e Trevor, un’improbabile ma meraviglioso Dream Team, alla conquista delle vette che vorranno scalare. E sicuramente c’è da scommettere che qualsiasi obiettivo si porranno, sarà alla portata della loro ironia e determinazione.