Mondo Abilità

Il Blog di Altravoce Onlus

Superare i venti e le montagne della disabilità

Ci sono attività per via di vari pregiudizi – vere e proprie montagne da scalare – vengono date per precluse a chi soffre di una disabilità motoria: viene dato per scontato che una persona con questi problemi non possa partecipare a progetti troppo ambiziosi, difficili da pensare anche per una persona senza disabilità. Ma, come dico sempre,

la testa (fortunatamente) comanda sul corpo.

Quindi capita che ci arrivino storie meravigliose di “handicap azzerati” e deficit superati, con tenacia e con voglia di vivere.

Ecco quindi due casi completamente diversi, ma anche estremamente simili, di superamento delle barriere purtroppo imposte dalla disabilità.

Marco Rossato, navigare contro vento

Iniziamo da qui. Marco Rossato – classe 1974 vicentino – è un velista da record: infatti ha stabilito nel 2018 il primato incredibile di essere il primo uomo con paraplegia (disabilità agli arti inferiori) ad aver circumnavigato l’Italia in solitaria. O meglio, l’unica compagnia che ha preteso è stata quella del suo inseparabile cagnolino Muttley. Paradossale da dire, ma sapete che anche un uomo che ha fatto del mare la sua ragione di vita può avere le sue montagne da scalare?

Ma partiamo dal principio. Rossato ha fondato Sailability Onlus nel 2005, avendo come mission principale quella di includere persone con bisogni speciali in attività come appunto la vela e l’emozione pura del volo in parapendio. E’ stato presidente della sua “creatura” fino al 2017, fungendo anche da istruttore dell’antica arte marina per persone disabili, che solitamente – come possiamo immaginare – restano lontani dalla barca e dal dolce cullare delle onde, anche per una questione di scarsa accessibilità.

“In realtà molti porti sono ben attrezzati per permettere l’accesso a chiunque sulle barche” specifica Marco, che comunque sottolinea: “E’ capitato che in fondo al pontile galleggiante mi trovassi un piccolo gradino”.

“Dove passa bene una carrozzina, passano bene tutti quanti!”,

ripete lui con il sorriso.

Inoltre, nel 2019 ha avviato un progetto, dal nome Sail4All, dedicato a chi purtroppo soffre di gravi patologie e grazie ai “Timonieri Sbandati” – come si definiscono lui e l’altro responsabile del progetto Andrea Brigatti – riescono a godersi una giornata nel mare, su un’imbarcazione costruita appositamente per i bisogni più svariati.

Sail4All consiste nell’andare a trovare dei potenziali interessati nelle Unità Spinali degli Ospedali di tutta Italia per donare ai pazienti un’esperienza che va a rivoluzionare la routine di persone che troppo spesso sono bloccate tra quattro mura.

L’Arche Kenya e Fondazione Fontana Onlus: mondi lontani e cuori vicini

Cosa hanno in comune Nyahururu e Trento? No, non è l’inizio di una freddura, ma di una storia di solidarietà e di voglia di “scalare” le pareti di un monte sempre irto e difficoltoso come quello della disabilità.

Nyahururu è un centro urbano in Kenya, che ospita l’associazione L’Arche Kenya, da vent’anni comunità attiva di case famiglia attente ai bisogni speciali di certe persone; nello stesso lasso di tempo, la Fondazione Fontana Onlus di Trento ha svolto mansioni simili in Italia. Da questo comune intento nasce l’iniziativa “Stretching our limits” (tradotto, “oltre i nostri limiti”), che ha portato un gruppo di persone con disabilità, coadiuvati da alpinisti professionisti, sulla cima del Monte Kenya, a circa 5200 metri s.l.m., il 5 settembre 2019 e che farà sì che similmente un gruppo di eguali italiani arrivi al Rifugio Campogrosso, nelle Piccole Dolomiti, a 1452 metri s.l.m., dove tra l’altro avranno l’occasione di incrociarsi con gli “eroi” della scalata al Kenya.

Questa iniziativa congiunta si è svolta proprio per festeggiare il comune impegno nell’abbattimento delle barriere sociali purtroppo ancora dedicate a coloro che già soffrono. Con la Fondazione Fontana collabora anche il grande alpinista Sergio Martini, settimo uomo al mondo ad aver scalato tutte le vette con altitudine superiore a 8000 metri s.l.m., nel periodo compreso tra il 1976 e il 2000.

“In questo modo dall’Italia arriverà un segnale forte, per sostenere l’iniziativa africana”,

spiega Lorenzo Munegat, rappresentante della Fondazione trentina.

Montagne da scalare

Sì, a volte quando si parla di montagne da scalare può non intendersi esattamente la parete rocciosa da sfidare per arrivare in cima, ma può essere una metafora della vita che, con le difficoltà che tante volte sottopone, mette alla prova le nostre “bombole d’ossigeno”, la nostra visione e la nostra creatività: pensare che la persona disabile che appartiene alla nostra comunità, ce la possa fare è il primo passo per permettergli di farcela!

Ad Altravoce non facciamo altro che ricaricare questi supporti vitali ai nostri bambini, ragazzi e adulti e nei confronti dei genitori stessi, per permettere loro una scalata più liscia possibile, adagiati sulla funivia più elegante, comoda e meravigliosa:

la Musica.

Cristian Petenzi

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