Mondo Abilità

Il Blog di Altravoce Onlus

Da Totti a Chiellini: il calcio al servizio delle persone disabili

Calcio e disabilità: sono due mondi così distanti? Ovviamente non è facile organizzare le strutture per un impegno così virtuoso ed importante, che però dona speranze e sogni a tantissime persone in condizioni particolari – come ad esempio l’autismo o la Sindrome di Down o l’autismo. Ma facciamo un passo indietro.

Il business del pallone in Europa fa numeri spaventosi: basti pensare che i migliori giocatori al mondo sono diventati delle vere e proprie aziende, con fatturati annui a nove cifre e spesso una potente linea di merchandising personalizzato. Le squadre stesse sono diventate realtà che hanno numeri paragonabili ad alcune delle società più importanti al mondo, con ricavati che spesso sforano il miliardo di Euro.

I numeri però non vengono dal nulla, c’è la questione dei diritti televisivi che frutta agli addetti ai lavori centinaia di milioni l’anno, sponsor che fanno di tutto per far apparire il proprio nome offrendo sempre più soldi.. insomma, piaccia o no il calcio è anche una questione di soldi.

Dico “anche” perché alla fine tutto parte da bambini, quando per strada si cominciano a tirare dei calci ad un pallone. Qui si includono potenzialmente le differenze: chi è ricco può giocare con chi è più povero, bambini stranieri possono tranquillamente unirsi agli italiani; in un certo senso potremmo vedere il calcio al pari della musica, anche se il pallone rimane un gioco e non è linguaggio. E il sogno di gran parte dei bambini è “diventare un calciatore” (certo, prima di voler diventare uno youtuber!).

Ma veniamo alla disabilità: quanto spesso un ragazzo con disabilità è costretto alla solitudine a causa della sua diversità?

I sogni non hanno barriere

se andiamo a chiedere ad un bambino con handicap quale sia il suo sogno, è probabile che risponda esattamente come i coetanei non disabili, e fortunatamente sono sempre di più le strutture capaci ad insegnare questo sport a chi ha difficoltà, come la ASD Totti Soccer School e gli Insuperabili.

Totti, una Leggenda a servizio dei più deboli

Francesco Totti, lo sappiamo, è un’icona assoluta del calcio italiano e internazionale: più di trecento gol in carriera, suddivisi tra la sua Roma e la Nazionale – il tutto sublimato dal Mondiale conquistato nel 2006 da protagonista. Con il suo ritiro nel 2017, ha commosso i quasi 2 milioni di tifosi romanisti – ma era da parecchio che faceva commuovere le famiglie di ragazzi in difficoltà.

La ASD Totti Soccer School non è una scuola calcio qualsiasi. Fondata del 2003, ci sono tre categorie:

  • Scuola calcio, bambini da 5 a 13 anni;
  • Agonistica, dagli Under 14 agli Under 17;
  • Calcio Integrato (iniziato nel 2005), senza un limite reale di età, si insegna lo sport con i suoi valori ai ragazzi con disabilità.

Ed è proprio di quest’ultima categoria che voglio parlare: se con “Scuola calcio e Agonistica” la Totti Soccer School era paragonabile a qualsiasi altra società, la possibilità di inserire ragazzi con disabilità nel programma cambia tutto. Lo staff tecnico è scelto accuratamente per venire incontro ai vari bisogni, ed è composto da ben sei istruttori e quattro psicologi – e il tutto è organizzato per insegnare appunto i valori più puri di questo sport meraviglioso, puntando tutto sul divertimento – senza contare i risultati che si possono  ottenere o meno.

Ed è proprio questa l’essenza del calcio: è inutile andare a perseguire chissà quale obiettivo se i giocatori – sin dalla tenera età – si trovano schiacciati da pressioni innaturali. Il metodo di insegnamento utilizzato nel progetto “Diamo un calcio alla disabilità” sarebbe quello da utilizzare in qualsiasi società, anche di atleti non disabili, per far sì che i bambini imparino il rispetto e la sportività prima di sapere come simulare un fallo in area per farsi assegnare un rigore (cosa da non fare!!).

Gli Insuperabili e il loro sogno

Lo sport può essere terapia riabilitativa: questa è la filosofia degli “Insuperabili“, associazione torinese nata nel 2012, che utilizza il calcio come mezzo di aggregazione per le persone con disabilità che vogliono praticarlo, con testimonial assolutamente d’eccezione. I giocatori di questa società sono mossi da un sogno comune, conoscere tutti i giocatori e gli allenatori più importanti della Serie A – ed eventualmente giocarci insieme.

L’iniziativa si rivolge ai minori, tra i 4 e i 18 anni, ma anche agli adulti tra i 19 e i 50, con disabilità fisica e motoria, cognitivo-relazionale e sensoriale, oltre che quella comportamentale. Sono inoltre benvenuti le persone disabili di centri diurni, associazioni, cooperative, ASL e comunità, oltre che i genitori stessi.

La metodologia è estremamente meticolosa e si basa su uno staff molto preparato e diviso in 2 aree:

  • area medico-psicologica con: un referente psicologico, educatori professionali, logopedisti;
  • area tecnica con: un referente tecnico, allenatori qualificati, fisioterapisti e un dietologo.

Ci sono poi 3 fasi nella preparazione del gruppo:

  • Identificare gli obiettivi, siano essi atletico-sportivi o psico-educativi, sia per la squadra che per il singolo atleta;
  • Pianificare e programmare gli allenamenti della stagione, valutazione che si svolge ogni tre mesi;
  • Monitorare attraverso delle riprese video e mediante la stesura di rapporti giornalieri il lavoro svolto e gli eventuali progressi o campi da migliorare.

Tra gli altri, hanno risposto all’appello Diego Armando Maradona, l’ex Capitano della Nazionale Gianluigi Buffon e quello attuale, Giorgio Chiellini. Tutti coloro che hanno aderito lo hanno fatto con entusiasmo, perché sanno che il progetto è solido e permette alle persone più fragili di godere dell’aggregazione che lo sport può donare.

E non è finita qui: gli Insuperabili hanno anche un fumetto, che romanza le vicende quotidiane al campo di allenamento – e in cui i protagonisti sono gli stessi giocatori, che si vedono così su un albo, come se fossero supereroi.

Spettacolare.

Sogni diversi, Uguale determinazone!

Ovviamente non tutte le persone sono uguali – e di conseguenza sogni, aspirazioni e obiettivi sono diverse per ognuno.

Se per i ragazzi sopra citati l’attività che li fa stare meglio è il calcio, ad Altravoce cerchiamo di raccogliere più aspiranti musicisti possibili, per dar loro un’esperienza unica attraverso dei percorsi di gruppo ma personalizzati, che ovviamente mirano a creare, oltre un’identità di gruppo, anche un personale stile e gusto musicale per ogni individuo.

Cristian Petenzi

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