Musica e Parkinson con Ballo e Danza
Ci sono storie appassionanti, che possono svoltare sia la nostra giornata che addirittura il nostro modo di intendere certe patologie. Ad esempio, non penseremmo che una geniale combinazione tra musica e morbo di Parkinson e potrebbe portare dei risultati nella vita quotidiana. Eppure,
la musica è un importante strumento di sostegno.
Lo ammetto, potrei essere di parte, ma riesco a mantenere l’oggettività quando per esempio si parla di progressi tangibili che i nostri “ragazzi” di Altravoce fanno. Partendo dal fatto di imparare a esprimersi, a suonare note precise – o anche a gestire dinamiche relazionali nel gruppo come esperienza arricchente mai provata prima.
Prima di scoprire come la musica può svoltare la vita di persone con bisogni speciali anche molto importanti, si pensa spesso:
“ma come è possibile?”
Cioè, come riescono certi individui ad aver voglia di alzarsi dal letto e di vivere una vita che sanno essere difficile? Insomma, barriere ovunque, discriminazione, esclusione di ogni genere promossa da persone insensibili.. non ci si capacita di come alcuni uomini e donne disabili riescano a sopportare un tale fardello.
Poniamo poi che la disabilità di cui soffre la persona a cui ci stiamo rivolgendo sia stata acquisita più avanti con l’età, dopo aver visto che cosa può veramente fare un qualsiasi individuo nel mondo: bisogna in questo caso trovare al più presto un sostegno, anche solo psicologico, per migliorare la propria situazione.
Queste storie parlano di come le note siano state un’importante arma per superare malattie e disabilità anche gravi, abbattendo anche i pregiudizi legati all’elitarismo: parliamo oggi del mondo della danza.
Popping for Parkinson, un’eccellenza italiana nel mondo
Si parla spesso di “cervelli in fuga”, ossia di giovani che si trovano per necessità personali a dover lasciare l’Italia per perseguire un obiettivo: uno di essi è certamente il coreografo Simone Sistarelli. Emigrato nel Regno Unito in cerca di prospettive intriganti di lavoro, Simone si è trovato nel 2015 ad approcciarsi con l’ente londinese che si occupa dei malati di Parkinson, avviando così il progetto Popping for Parkinson.
Ma, vi chiederete, cosa significa Popping?
Il “popping” non è altro che il movimento di braccia, mani e gambe contraendo e rilasciando immediatamente i muscoli;
con questo tipo di sollecitazione, anche nei casi patologicamente più importanti, il corpo riesce a tenere la memoria muscolare e nervosa, aiutando la persona ad avere un minor numero di tremori e convulsioni dovute al morbo. Il rilassamento quindi aumenta – e anche il controllo sul proprio corpo da parte dei pazienti. Morbo di Parkinson e musica, incredibile se ci pensiamo.
Questo risulta molto funzionale anche esteticamente dal punto di vista del ballo in sé: Sistarelli ha trovato nell’hip-hop un genere valido da proporre ai suoi allievi per esercitare questo tipo di movenze – e i risultati sono estremamente gradevoli anche dal punto di vista coreografico.
“La cosa più difficile è stata avviare il progetto” racconta l’ideatore, che continua: “inizialmente abbiamo dovuto affittare una stanza a nostre spese, ma quando il network del Parkinson londinese ha visto i risultati ha finanziato più che volentieri l’intero impianto”. Sistarelli è stato toccato molto vicino da questa malattia, poiché ne soffriva il nonno – e quindi trova ancor più soddisfazione vedere come la musica faccia tornare il sorriso a persone che lo avevano ormai in larga parte perso.
Morgan, danzare per vivere
Alzi la mano chi pensa che la danza sia adatta a chi è bloccato in carrozzina!
E’ assolutamente incredibile vedere come la magia delle note agisca su mente e corpo di una persona disabile.
Morgan è un ragazzo che deve vivere sulla sedia a rotelle, a causa di una preeclampsia tardivamente trattata alla nascita (ovvero una sindrome che causa difficoltà nella gravidanza) – e mai si potrebbe pensare che la sua ancora di salvezza è rappresentata sì dalla musica, ma più specificatamente dalla danza. Tutto questo accade grazie alla sua assistente, Giusy Oliva, che tramite una sua amica, insegnante di danza, è riuscita a realizzare il sogno di Morgan: farlo muovere a tempo sui generi di musica più disparati.
“Morgan ama tutta la musica, soprattutto quella latina – e noto un certo trasporto su salsa e bachata” scherza Giusy, che termina con una domanda allo stesso ragazzo: “Morgan, tu vuoi arrivare lontano?”
La risposta è ovvia, un “sì” urlato ai quattro venti per dire
io ci sono, nonostante tutto – e nessuno mi fermerà mai
Morgan: quasi un nome da guerriero, vista l’incredibile dedizione e determinazione nell’affrontare le molte battaglie difficili che gli si presentano davanti ogni giorno.
Per concludere…
Ovviamente sarebbe criminale affermare che l’arte in generale può sostituire la medicina, ma è indubbio che il rapporto tra musica e Morbo di Parkinson, anzi, tra la disabilità in generale e la musica è molto importante. E quest’importanza non è solo psicologica, ma è sostenuta anche da progressi medici, sintomo che AFFIANCATA alle normali terapie essa può essere fondamentale per il recupero del paziente, anche del più critico.