Iacopo Melio, un Cavaliere su ruote
Tante persone con disabilità sono costrette ad una vita difficile a causa di una società che ancora non le tutela abbastanza, come per esempio la presenza delle barriere architettoniche, che non permettono di prendere i mezzi pubblici, o semplicemente di andare in giro per la propria città: per queste ingiustizie si impegna quotidianamente Iacopo Melio.
Attivista per i diritti umani, da tempo Iacopo è in prima fila per promuovere la sensibilizzazione sul tema della disabilità. Essendo lui stesso affetto dalla Sindrome di Escobar, prova in prima persona ciò che significa essere discriminati da determinate attività che dovrebbero essere normali in una società civile.
L’ironia come arma
L’ironia, si sa, è il sale della vita.
Per fortuna Iacopo Melio ne è dotato in gran quantità – e riesce ad affrontare con più serenità i dilemmi di tutti i giorni.
Qualche anno fa, lo stesso Melio saltò agli ordini della cronaca per uno scambio di tweet con l’allora Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. L’argomento di tali post era un qualcosa che risulta precluso tutt’ora a tanti disabili, ossia l’accessibilità globale dei mezzi pubblici.
@MC_Carro i treni di noi plebei non sono mai magnifici, soprattutto per noi disabili che di rado troviamo attrezzati. #vorreiprendereiltreno
— Iacopo Melio (@iacopo_melio) June 20, 2014
@MC_Carro La nostra libertà sarà sempre un prezzo troppo alto da pagare. Un Paese che non abbatte le barriere sociali non è un Paese civile.
— Iacopo Melio (@iacopo_melio) June 20, 2014
Purtroppo in Italia troppi mezzi pubblici (bus, treni, tram e metro) risultano poco accessibili da chi è affetto da una disabilità. La campagna #vorreiprendereiltreno, lanciata dallo stesso giovane fiorentino, punta a sensibilizzare le varie compagnie di trasporto urbano a dotare i propri mezzi per lo meno di una rampa di accesso per i disabili, e vuole colpire l’intera popolazione che grazie alla sua testimonianza si trova davanti all’ignobile realtà dei fatti.
Nell’articolo che scrisse nel suo blog, portando alla luce questa conversazione, i toni utilizzati erano molto divertenti: faceva presente ai politici quanto fosse triste essere single soltanto per la difficoltà nel prendere il pullman. Melio si distingue dalla massa di chi scrive sulla disabilità, poiché lo fa con una leggerezza impressionante, data la pesantezza intrinseca dei problemi trattati.
“Avete presente la classica scena da film dove lui con uno zainetto sale sull’autobus, fuori piove, si infila le cuffie e appoggia il capo al finestrino. Le gocce d’acqua giocano a fare le corse sul vetro freddo, mentre nel frattempo sale Lei, bella come il sole che non c’è, e gli si siede accanto sorridendo.”
Questo è ciò che evidenzia Iacopo nella sua mancata possibilità di prendere l’autobus. E questo stile è assolutamente ciò che ci vuole per non far partire la gara di retorica spicciola che di solito si spende con chi soffre di una qualsiasi disabilità.
Scherzare su tutto
Lo stile di Melio sembra proprio questo, ironizzare su tutti i problemi che affliggono coloro che sono nella sua stessa situazione, anche un po’ per esorcizzare la paura nei confronti della diversità e aumentare la consapevolezza su ciò che vuol dire vivere così.
Un’altra cosa su cui riesce a scherzare, con un filo di esasperazione, è la curiosità morbosa di chi lo vede in carrozzina e si sofferma su quella, non sulla persona che ne usufruisce.
“Io non sono la mia carrozzina, come nessuno è il proprio paio di scarpe.”,
specifica lui, che ha pure pubblicato su Fanpage un articolo in cui descriveva la domanda arrivatagli via Facebook da una ragazza: “Come sei finito in carrozzina?”
“Così, senza nemmeno scrivermi un “Ciao”. Senza presentarsi, per dire.”
In questa sua pubblicazione vediamo addirittura venti risposte che avrebbe potuto dare, di cui 19 scherzose, come “L’ho vinta alla lotteria e mi dispiaceva buttare via così il secondo premio” o “Per fare il cosplay di Stephen Hawking”, oppure ancora “Una volta camminavo benissimo, poi però feci la tua stessa domanda ad uno in carrozzina…”, e via così.
L’ultima risposta però, è quella che descrive bene il suo stato d’animo in questi casi. Riassumendo, Iacopo dice che ci è nato così, con una sindrome dai sintomi non ben noti e non uguali per tutti, ma che lui non è la sindrome di Escobar. Lui è un ragazzo normale, che potresti incontrare in un bar per parlare del più e del meno, senza il “rincoglionimento” di una disabilità che prende “soltanto” il fisico.
La nomina a Cavaliere
Nonostante Iacopo si definisca “utopicamente anarchico”, ha avuto l’onore di essere insignito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella del titolo di “Cavaliere dell’Ordine e al Merito della Repubblica Italiana” nel marzo 2019, con la motivazione di “aver contribuito appassionatamente all’abbattimento di barriere architettoniche e degli stereotipi culturali”.
Un grande orgoglio, certo, ma la battaglia di Iacopo Melio non è finita qui. Sono pronto a scommettere che non smetterà mai di “rompere le scatole” (parole sue) ai politici come ha fatto con la Carrozza – e affronterà qualsiasi battaglia con l’ironia, il sorriso sulle labbra e quella scintilla di intraprendenza che si vede nei suoi occhi.
Ovviamente ha tutto il sostegno morale da tutti gli associati di Altravoce, essendo accomunati dal grande sogno di avere una società universalmente accessibile.