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Due amici oltre la disabilità intellettiva

Com’è possibile affrontare a testa alta una diagnosi dura di disabilità intellettiva che cambierà la vita della tua famiglia per sempre? A volte ciò che un genitore si sente dire in quel momento risuona come una sentenza.

Si rischia un crollo emotivo, che porta a patologie come la depressione o, nel peggiore dei casi, ad atti estremi e definitivi.

Ma una via d’uscita esiste.

Abbiamo lucenti esempi, come le vite di Alex Zanardi e Bebe Vio che ci insegnano la possibilità di andare avanti nonostante un macigno che grava su fisico e psiche. Oggi parliamo di altre storie; di persone che hanno affrontato il destino a testa alta – per poi scoprire di riuscire a farcela.

Odin e Jordon, uniti oltre la disabilità intellettiva

Una storia davvero emozionante arriva dagli Stati Uniti. Odin Frost e Jordon Granberry si sono diplomati nel loro istituto superiore in Texas. Ma cosa c’è di così tanto speciale?

Odin e Jordon da bambini hanno avuto una speranza di sopravvivenza ridotta al 2%.

E dopo questa notizia, è arrivata la notizia della disabilità intellettiva. Ma l’amicizia, che da sempre lega questi due ragazzi, li ha certamente aiutati a superare gli ostacoli che il destino ha posto loro.

Insieme a testa alta

La madre di Odin ha sofferto di gestosi (o preeclampsia) durante la gravidanza. Questa patologia può provocare il distacco della placenta, un parto prematuro e una maggiore possibilità di danni cerebrali per il nascituro.

Sin dal primo respiro, Odin ha dovuto combattere per la vita. Alcuni medici dicevano che non sarebbe sopravvissuto – dandogli appunto il 2% di possibilità di sopravvivenza. Le fasi successive della diagnosi sono state altrettanto dure: c’era chi gli prediceva una vita da vegetale e chi pensava che il suo cervello non sarebbe mai andato oltre l’età cerebrale di 7 anni.

Insomma, una situazione che toglierebbe a tutti la voglia di andare avanti.

Dall’altra parte, Jordon ha avuto un’infezione nel sistema circolatorio prima della nascita, che gli ha fatto mancare del sangue al cervello. Anche per lui i medici davano più o meno le stesse speranze di vita di Odin. Non riusciamo neanche a immaginare il calvario dei genitori di fronte a queste cannonate.

A 3 anni i due bambini sono stati iscritti ad una scuola per persone con bisogni speciali, dove le famiglie si sono conosciute. Da quel momento, Odin e Jordon sono stati amici inseparabili: due cavalieri che affrontano a testa alta il destino, combattendo fianco a fianco.

La cosa incredibile è che nel 2020 dopo innumerevoli difficoltà dovute alla disabilità intellettiva, i due migliori amici sono riusciti a diplomarsi alla scuola superiore. Insieme.

Perché c’è una netta differenza tra ritrovarsi da soli, a subire la vita, oppure nel superare le difficoltà della vita con un’altra persona – o altre persone (come ad esempio accade nei gruppi del Triennio di Altravoce).

La forza dimostrata dalle famiglie di questi ragazzi nel dimostrare la propria voglia di vita è certamente d’ispirazione: nonostante la durezza di certe diagnosi,

non si deve MAI perdere la speranza.

I miracoli a volte accadono.

Ora i due amici sono iscritti ad una scuola che continuerà la loro istruzione fino ai 21 anni con programmi adattati appositamente per loro.

Il ballerino coreano che si riprende la sua vita

Spostiamoci in Corea del Sud. Jungsoo Lee, nome d’arte “Krops”, è un DJ e ballerino hip hop, che ha provato sul proprio corpo la crudeltà del destino.

Nel 2013, durante un allenamento di ballo, ha un infortunio molto grave, che porta i medici a dichiararlo quasi certamente paralizzato a vita.

Krops però non si è arreso. Già in ospedale ha cominciato la sua riabilitazione, dapprima con piccoli movimenti, per arrivare a rialzarsi e ad accennare qualche passo di danza già a soli sei mesi dall’infortunio.

I medici erano sbalorditi, ma lui non aveva minimamente finito.

La sua vita sarebbe andata come avrebbe voluto lui, nessun compromesso.

Ecco un momento di qualche anno fa, 3 anni dopo quella terribile sciagura.

Come vediamo, Krops ha dovuto reimparare tutte le attività più “scontate”, come il camminare o l’andare in bicicletta. Ma lo ha fatto.

Nonostante le cadute.

Nonostante le difficoltà.

A testa alta.

Ad oggi, Krops non ha mollato di un centimetro. Si è rimesso in pista da ballo con la personalità e il talento che lo contraddistinguono, come si vede in questo allenamento di gennaio.

E’ potente l’esempio di vita che ci raccontano queste storie. L’esistenza alle volte può essere difficile, quasi indecifrabile, ma bisogna trovare il proprio modo di andare avanti. E se lo si vuole, ce la si fa; indipendentemente da quanto il destino, fino a quel momento, sia stato avverso nei nostri confronti.

Come si diceva in una famosa pubblicità dei primi anni 2000, “Impossible is nothing”, “Nulla è impossibile”.

Scoprendo queste storie ci si crede ancora di più.

Cristian Petenzi

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