Simbolo: Le Sue Straordinarie Funzioni

Da tempo ci stiamo occupando di rendere i lettori consapevoli delle potenzialità della Musico Terapia Orchestrale. Il nostro lavoro con essa, infatti, ha solide basi nel Metodo Esagramma. Mediante l’esplorazione della musica su più livelli (psicologico, tecnico, storico, scientifico) si è arrivati a comprendere quanti benefici essa possa avere. Non solo per intrattenere, ma anche per la riabilitazione e l’inclusione. Nello specifico, ci siamo soffermati su un importante aspetto della Musica: quello del simbolo.

Il simbolico è infatti un linguaggio fondamentale attraverso cui la musica contribuisce alla formazione di sé e del mondo. La musica non si coniuga con la “verità dell’essere” ma con l’ineffabile, con ciò che non si può
dire e rappresentare con la parola. Le modalità del simbolico nell’ordine della rappresentazione sono molteplici. Conosciamole insieme!

La Funzione Evocativa Del Simbolo

La prima funzione del simbolo è quella che si può definire evocativa. Esso non ha un compito informativo, bensì evocatore: contiene in sé ciò che vuole rappresentare. Si ha un simbolo quando uno o più significati si condensano in una immagine, che a sua volta si associa ad un valore e/o a un oggetto. La forza sta nella sua capacità di evocare la relazione esistente fra l’oggetto (cui si riferisce) e l’immagine mentale (che esso evoca).

E’ sempre nella mente e nella connessione di percezioni sensoriali e conoscenze diffuse, che noi elaboriamo la comprensione. La vista di un oggetto non è solo frutto della fisiologia dell’occhio. Dietro ad essa sta infatti l’elaborazione intellettuale della sinergia tra i sensi, tra le emozioni, tra la sfera affettiva e morale.

Per meglio comprendere questa funzione, possiamo prendere in esame la funzione evocativa della bandiera nazionale. La bandiera è simbolo della Patria, evoca la Patria. Rende visibile tutta una serie di significati e di valori, socialmente condivisi e comunque connessi all’idea di Patria, non indica solamente la cittadinanza. Queste connessioni sono così forti che un eventuale gesto oltraggioso nei confronti della bandiera verrebbe sanzionato e punito.

Un segno, quindi, diventa simbolo di un altro ordine di significazione. Diventa capace di attivare emozioni, fantasie, sentimenti e immaginazione. Il soggetto evocato subisce integrazione affettiva, viene riconosciuto , viene interiorizzato.

La Funzione Ideale

Abbiamo detto varie volte quanto il simbolo esprima contenuti di significato ideale, dei quali esso diventa il significante.

La funzione ideale si sviluppa quando il significante assume rilievo emblematico di qualità morali e di valori affettivi. Anche nella vita quotidiana abbiamo svariati esempi di questa funzione:

• “Bilancia”, indica la giustizia imparziale
• “Eden”, indica la felicità perfetta
• “Socrate”, indica la saggezza
• “Eremita” ad indicare una forma fura e autentica di religiosità.

Questi concetti (Giustizia, Felicità, Saggezza, Religiosità) non sono le situazioni, gli eventi o le persone in cui si realizzano. Essi sono mezzi fondamentali per la comprensione della dimensione ideale dei concetti.

Le figure risultano sempre essere un intreccio di esigenza affettiva e di istanze morali. Il mondo delle relazioni che consistono nel prendersi cura e responsabilità, viene compreso, esplorato e fatto valere solo dando concretezza al senso ideale dei concetti.

Questa funzione risulta molto interessante. Il simbolico che vuole illustrare l’ideale, invece che appoggiarsi al semantico, tende a sostituirlo inglobandone la funzione. Questo avviene, per esemplificare, quando indichiamo una certa relazione come avente la forma dell’amicizia. L’amicizia non ha però una forma identificabile con un significato o una persona. Avviene quindi una comparazione e un’associazione che evidenzia determinate caratteristiche comportamentali ed emotive. Nessun rapporto è “significante” né “significato”, eppure alcune forma di relazione sono esemplari per determinare internamente il senso della relazione stessa.

Le forme di relazione vanno quindi ad assorbire l’aspetto semantico: funzionano come significanti per individuare un significato. Usare il simbolico fa nascere un profilo ideale di un’intenzionalità affettiva e di una valutazione morale, una figura diventa esemplare del suo radicamento nel semantico.

La Funzione Performativa

Questa funzione non vede il valore simbolico nell’oggetto o nel valore evocato. E’ piuttosto legato all’efficacia. Non descrive un certo stato delle cose, non serve a definire istanze morali, bensì permette di compiere una vera e propria azione.

Questa funzione è propria dei riti e delle azioni rituali, siano essi sacri o profani. Tra questi annoveriamo:

• battesimo
• rimbocco di coperte
• suonare
• baciare

Ma anche azioni più riflessive, quali:

• Meditazione
• Creazione artistica
• Invenzione discorsiva

Un atto che induce emozioni, sollecita sentimenti e immagini, provoca conversioni o innamoramento, è da definirsi simbolico. Il simbolo non è da ridursi a mezzo per decodificare un significato o alla sua traduzione in istituzioni e concetti. Esso opera per il fatto stesso di essere posto, il suo valore può essere quasi interamente spostato sull’esercizio stesso.

Una bambina che regala una caramella ad un sua amica, realizza il valore simbolico nel gesto del donare, non nell’allusività rappresentativa della caramella in sé.

Il simbolo dà da fare: si realizza propriamente nell’azione simbolica stessa. Le parole sono simboliche in quanto effettivamente pronunciate; un’immagine in quanto realmente creata, i gesti in quanto compiuti.

Il simbolico è sempre in esercizio. Le azioni, compiendosi come simboli, modificano la coscienza e attuano un senso.

Giada Franzoni