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MusicoTerapia Orchestrale: Relazioni e Percorso

Abbiamo a lungo parlato dei concetti di autodeterminazione, coscienza e del concetto di disabilità, nonché della sua evoluzione. A livello pratico, nel nostro lavoro con la Musicoterapia Orchestrale, ci troviamo a mettere in atto tutte queste conoscenze. Il fine è quello di favorire un corretto percorso, basato sul metodo Esagramma, che porti alla riabilitazione della persona con disabilità e ad un miglioramento delle sue qualità di vita.

Traguardi che sembravano impossibili, diventano accessibili grazie alle metodologie Esagramma. Attività pratiche, individuali e di gruppo, per lavorare sulle emozioni, sui modi di entrare in relazione con l’altro, per trovare la propria voce.

Metodo Esagramma

I Concetti Di Base

Noi puntiamo allo sviluppo di una maggiore coscienza di sé in coloro che seguono i nostri percorsi. Questo significa anche riconoscimento di sé nella propria differenza, con tutti i vantaggi e gli svantaggi del caso. Sì, anche svantaggi: ognuno è diverso e aver coscienza di sé significa anche prenderne atto e lavorare per migliorarsi in diverse direzioni.

L’essere coscienti di sé contiene anche l’autostima e diventa un vero e proprio modo di essere, giudicare, sentire l’esterno. In questo percorso fondamentale è l’inclusione di due gruppi:

  • gruppo parentale
  • gruppo ausiliari (psicologi, insegnanti, amici..)

Le persone che ruotano intorno al ragazzo/adulto preso in carico, infatti, sono necessarie alla creazione di un progetto esistenziale e, soprattutto i genitori, devono essere ben consci dei vantaggi dell’holding educativo personalizzato. Sono messe a disposizione materiali registrati, osservazioni dirette e rendiconti periodici per rendere competo il quadro.

L’Ambiente Della MusicoTerapia Orchestrale

Detto questo, vi è una forte attenzione e limitare interferenze esterne durante il lavoro. Riteniamo di prioritaria importanza per la corretta efficacia della presa in carico la relazione che si stabilisce tra ragazzo ed educatore, nonché con l’ambiente chiuso di lavoro. La qualità della relazione d’aiuto deve essere al massimo. Gli spazi devono essere ricchi di azione e di dimensioni simboliche: per riconoscere l’intenzionalità propria e altri.

Lo spazio simbolico performativo orchestrale diventa luogo ideale per il reciproco riconoscimento e per l’anticipazione del senso. E sì, anche nei casi di gravi deficit e disturbi che compromettono la qualità umana della comunicazione e dell’identificazione personale. Questo avviene perché sono proprio gli spazi simbolico-performativi (come l’orchestra) quelli che incoraggiano ad “essere in relazione” e a “essere in risonanza”, al pari di qualsiasi altro interlocutore.

Per rendere efficaci queste potenzialità dell’ambiente, riteniamo fondamentale:

  • la proiezione in uno spazio empatico-affettivo, per dare spazio al volere, ai desideri, alla reciprocità;
  • l’interpersonalità quale mezzo per l’imitazione, la complicità, la sana competizione: questi sono mezzi funzionali sia all’apprendimento che all’affermazione di sé;
  • un percorso strutturato, che progredisce con il progredire dei risultati fissando obiettivi ambiziosi

Progettualità Del Percorso

Il percorso di MusicoTerapia mira all’elaborazione delle potenzialità latenti dell’individuo con disabilità. L’intervento va a migliorare il modo personale di sentire e di disporsi a fronte di relazioni sociali e con oggetti, la formazione complessiva dell’io. Non è limitato quindi alla sfera prettamente musicale, bensì guarda al benessere complessivo dell’individuo.

La progettualità messa in atto è di forte aiuto soprattutto per le persone con disabilità psichica e mentale. Esse, infatti, spesso non sanno governare in maniera totalmente autonoma il progetto esistenziale. Nonostante questo, cercano il proprio profilo e sono perfettamente in grado di percepire la pertinenza di un progetto che li riguarda. I benefici si hanno nel momento in cui, pur essedo stato elaborato da terzi, esse si identificano in quel progetto, dando propulsività e ragion d’esistere allo stesso.

I Veri Protagonisti Dei Nostri Percorsi

Nel nostro lavoro con la MusicoTerapia Orchestrale consideriamo due universi di handicap: il Ritardo Mentale e i Disturbi Generalizzati Dello Sviluppo (che comprendono lo spettro autistico). Sono anche stati coinvolti bambini, ragazzi e adulti con disabilità motoria o sensitiva (uditiva e visiva), sola o congiunta ad altri disturbi.

La comunicazione interattiva non è semplice, presenta difficoltà in entrambi i quadri, talora risulta impossibile a intendersi nei codici della parola e del gesto di uso corrente.

Nel ritardo mentale la difficoltà di comunicazione agisce a livello cognitivo del soggetto. Nei disturbi dello spettro autistico, si manifesta perlopiù nei rapporti del soggetto con l’esterno. Questa differenziazione è utile a sottolineare che il ritardo mentale non comporta necessariamente chiusure autistiche, e che, viceversa, la sindrome autistica non implica necessariamente deficit cognitivi.

Oltre all’aspetto comunicativo, in entrambi i gruppi si riscontrano possibili compromissioni di altre aree della personalità che appaiono bloccare l’intero individuo. Questo non esclude rendimento nella norma, quando non superiore, in certi campi.

Alla base di tutto, rimane una chiara e semplice idea: anche se con fragilità, prima viene la persona, poi le sue disabilità. Nel corso degli anni, nel lavoro con la Musicoterapia Orchestrale, supportati dai giusti metodi e dalle giuste figure professionali di supporto, possiamo dire che nessuno è disabile se siamo disposti a guardare oltre, a guardare alle sue peculiari abilità.

Giada Franzoni

Guarisce dalla leucemia anche grazie alla musica

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