Film E Disabilità: “Frida”
Per la rubrica di AltraVoce “film e disabilità”, oggi voglio proporvi un film biografico: “Frida”. Si tratta di un film dedicato ad una delle più influenti personalità del XX secolo, Frida Kahlo, pittrice messicana. Nonostante una vita segnata dalla disabilità, riuscì a diventare un’icona dell’arte moderna. Il suo nome è diventato un mito, il suo volto lo si trova dappertutto. Ma conosci davvero la sua storia?
“Frida”: Il Film
Adattamento cinematografico del libro “A Biography of Frida Kahlo” di Hayden Herrera, il film uscì nel 2002. Alla regia troviamo Julie Taymor. Racconta dell’intensa vita privata dell’artista, del matrimonio con Diego Rivera (anche lui pittore) e delle sue opere. Una biografia esaustiva che racconta la vita della pittrice, dall’infanzia fino alla scomparsa, avvenuta il 13 luglio 1954.
Il film si apre con l’incidente terribile di cui fu vittima il 17 settembre 1925. L’autobus su cui viaggiava si scontrò infatti con un tram e la ragazza subì gravissime fratture, sia alla colonna vertebrale che in tutto il corpo. Da qui si parte per un viaggio attraverso i successivi eventi importanti della sua vita, a partire dall’incontro con quello che sarà il futuro marito, Diego Rivera e la nascita della sua passione per l’arte, passando per i suoi tormenti e le difficoltà nell’affrontare la propria personalità e i proprio problemi di salute.
Non rinnego la mia natura, non rinnego le mie scelte, comunque la si guardi sono stata fortunata nella vita.
Frida Kahlo
Il Film: Riconoscimenti
Il film, che vede come attrice protagonista Salma Hayek, venne accolto in maniera molto positiva dal grande pubblico e dalla critica tutta. Oltre a moltissime nomination, vinse diversi premi, tra cui spiccano:
- Premio Oscar 2003 come Miglior Trucco
- Premio Oscar 2003 come Miglior Colonna Sonora a Elliot Goldenthal
- Premio Satellite Award per i Migliori Costumi a Julie Weiss
La Vita
Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón, questo il nome completo, nacque il 6 luglio del 1907 a Coyoacán, delegazione della Città del Messico. Si ammalò di poliomielite durante l’infanzia all’età di 6 anni e, secondo alcune fonti, soffriva anche di spina bifida, cosa che le provocò una dismetria nella gamba destra. Questo spinse la giovane a indossare pantaloni o gonne molto lunghe per nascondersi. Questi suoi problemi spinali furono aggravati da un incidente subìto durante l’adolescenza, all’età di 18 anni, che le causò problemi fisici per il resto della vita. Inutile dire che l’incidente cambiò drasticamente la sua vita e la rinchiuse in una profonda solitudine che ebbe solo l’arte come unica finestra sul mondo
Dipingo autoritratti perché sono la persona che conosco meglio.
L’arte di Frida è un viaggio che affonda nella pittura tradizionale dell’800, nei retablos messicani, in Bosch e Bruegel, ma che subisce prepotentemente il fascino degli uomini più influenti del tempo. Primo fra tutti il muralista Diego Rivera, che diverrà suo marito e che le rimarrà accanto fino alla fine. Importanti le influenze di Trockij e di Pablo Picasso.
La Vita Dopo L’Incidente
Dimessa dall’ospedale, fu costretta ad anni di riposo nel letto di casa, col busto ingessato. Questa situazione la spinse a leggere libri sul movimento comunista presente all’epoca e a buttarsi nell’arte.
Gli autoritratti costituiscono più di un terzo delle sue opere. Come diceva, in fondo era lei il soggetto che ella stessa conosceva meglio, la osservava immobile in quel letto per 24 ore al giorno, attraverso uno specchio posto sul soffitto.
Morì di embolia polmonare a 47 anni nel 1954. Fu cremata e le sue ceneri sono conservate nella sua Casa Azul, oggi sede del Museo Frida Kahlo.
Gli Insegnamenti
Per concludere, mi sembra doveroso lasciare alle sue parole il grande insegnamento che la sua vita ci ha lasciato.
Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.
Una vita che supera la disabilità. Una vita fatta di dolore ma di incredibile forza che la sua arte ancora trasmette.