Traguardi Personali E Musicali. Grazie MusicoTerapia!
Il triennio di base di “MusicoTerapia Orchestrale” (MTO) è la prima proposta per i ragazzi con fragilità che vogliono iniziare un percorso con AltraVoce. Si tratta di un itinerario terapeutico ed educativo offerto da “Esagramma”, che permette di raggiungere traguardi importanti per la persona con disabilità. Questo percorso prevede:
- il coinvolgimento attivo di allievi e terapeuti in piccoli gruppi orchestrali integrati,
- la presa in carico psico-pedagogica degli alunni
- il rilascio di profili personali.
Durante tutto il triennio, dopo ciascuna sessione, si redige un diario con le osservazioni e, alla fine, un profilo. Quest’oggi ne analizzeremo uno per comprendere quanto significativi siano i traguardi che il lavoro con la Musica permette di raggiungere.
Il Percorso di “Marco”. Il Primo Impatto
Nota informativa: nel corso dell’articolo useremo il nome di fantasia “Marco”, al fine di tutelare la privacy del ragazzo.
Prima di iniziare il percorso con Marzo, abbiamo ricevuto delle indicazioni:
- Marco ascolta volentieri la musica, per questo il percorso sembra adeguato
- Si tratta della prima esperenza d inserimento in un contesto sociale con altri ragazzi con fragilità
- Ha una diagnosi di sindrome autistica
- Non si esprime verbalmente, comunica ciò che prova solo a persone che ritiene significative
Quello che gli operatori osservano è che fin da subito uona volentieri e l’atmosfer di gruppo sembra essere gradita. Mostra attenzione verso gli interventi degli altri e, se chiamto, risponde. Appare gentile e rispettoso, non si estranea dal gruppo ma mostra fastidio talvolta in seguito a contatto o a richieste specifiche.
Durante il Triennio: Osservazioni
La sua presenza è, come detto, attenta ma anche molto cauta. Attente le istruzioni ma non mostra di prendere iniziativa. Tant’è che evita sia il contatto che l’interazione visiva , non gradisce di essere toccato. Predilige metllofono e xilofono, dove ripete uno schema molto semplice di colpi veloci a due mani, nato in modo spontaneo. Si è lavorato su di essa, riuscendo a prolungare lo schema per più tempo, creando “botta e risposta”, modificando la sequenza di colpi di volta in volta. Marco reagisce meglio di altri in brani dove sono presenti queste cellule motoriche e contrppuntistiche, meno in quelli in stile romantico dove domina espressività e discorsività. In questi casi reitera il suo schema base alle percussioni. Riesce a fare piccole scale, tremolo e glissando solo con la presenza ravvicinata di un educatore che esegue gli stessi movimenti in contemporanea e rimane inaccessibile il battito alternato delle due bacchette.
Dal secondo anno..
Nel tempo i primi traguardi. Gli attacchi e gli stacchi si sono fatti più precisi, ha capito quando è tempo di suonare e quando di fermarsi. L’impugnatura ai battenti è diventata più salda e lui risulta più interattivo verso altri strumenti e persone. Riesce ad incontrare più fcilment lo sguardo del conduttore, permettendo coì di attivre gli interventi musicali basandosi sullo sguardo diretto. Nel secondo anno si è avvicinato al violoncello, più tardi al contrabbasso. Sono apparsi come strumenti sì grditi ma non prediletti, non oggetto di affezione e costanza.
Nel terzo anno l’équipe ha notato gli sguardi interessati di Marco verso il violino. Il passaggio a questo strumento è stato felice. L’impugnatura è stata subito realizzata con interesse e slancio, così come le arcate. Gli interventi, nel complesso, migliori di quelli con gli “archi gravi” precedentemente nominati. E’ ancora necessaria una presenza costante e rassicurante accanto a Marco: da solo suona volentieri ma non esce dallo stereotipo. Accetta in modo sereno il lavoro di gruppo e persino il contatto quando necessario alla progressione dello studio. Lascia che la posizione delle sua braccia sia aggiustata, non si sottrae. A metà del terzo anno ha accettato, sorridendo, di guidare una improvvisazione musicale di gruppo. Ha quindi proposto lui chi e quando far intervenire nell’improvvisazione, indicando o chiamando i compagni.
Gli Importanti Traguardi: Prima e Dopo
- Il metallofono rimane lo strumento preferito, si nota il senso di “possesso” che prova. Tuttavia non mostra resistenza verso il resto dell’orchestra: è possibile invitarlo a suonare qualsiasi altro strumento senza i rifiuti che avvenivano nel primo anno.
- La resistenza ai tempi di attesa è decisamente migliorata. Inizialmente indisposto all’attesa, diveniva smarrito e alle volte corruciato nelle pause. Poi, durante le attese, ha perso lo smarrimento iniziando a lanciare segnali sonori dal suo strumento per indicare la voglia di riprendere il lavoro. Infine ha raggiunto il traguardo, seguendo in modo interessato i momenti in cui ci si ferma per dare istruzioni a uno spcifico membro dell’orchestra. Ha compreso che è volto al miglioramento individuale e che il suo turno sarebbe comunque arrivato.
- E’ stato più difficile realizzare il coordinamento di sequenze strumentali e la memoria dei diversi gesti da eseguire con l’arco. Necessita di richiami costanti dall’educatore che però accetta e comprende. Nonostante le difficoltà, non rinuncia a suonare come faceva inizialmente chiudendosi in movimenti stereotipati.
L’Immagine Finale di Marco
L’immagine finale è sempre quella di un ragazzo dolce e gentile, molto sensibile, gradevole. E’ facilmente eccitabile, costantemente in tensione per accogliere ogni segnale che arriva dal mondo esterno. Cerca di dissimulare la propria attenzione verso un oggetto ma riesce difficilmente a mascherare gioia e paure.
Nonostante grnde difficoltà a decodificare i segnali che riceve, non ha mai nostrato aggressività, né verso gli altri né verso sé stesso. Si tratta di un chiaro segnale di accettazione del contesto sociale di gruppo in cui è inserito. Mostra curiosità per ciò che lo circonda, anche se non sempre decifra gli eventi e i loro legami.
Fatica a trovare spazi in cui dirigere la propria intenzionalità di azione. Da un lato apprezza prendersi piccoli spazi di autonomia (come con la piccola cellula ritmica al metallofono), ma dall’altro lascia sempre disponibile uno stato di interazione.
Dopo il Triennio di MusicoTerapia Orchestrale, ha frequentato quello di InterazioneMultiModale. Nei corsi di Perfezionamento Orchestrale ha approfondito le pistre (metallofono e marimba). Ha partecipato per anni all’Orchestra Sinfonica ed è riuscito, in autonomia, a partecipare a trasferte all’estero dell’Orchestra.
I traguardi sono evidenti. Le difficoltà iniziali superate e, soprattutto, elaborate. Tutto questo grazie a una équipe di professionisti specializzati e grazie alla metodologia Esagramma. Perché le abilità vanno oltre la disabilità.
Il progetto MI-SOL-RE# Manteniamo Solide Relazioni è stato approvato e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali attraverso Regione Lombardia.