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Il Cervello Del Musicista.. Come è Fatto?

Il cervello è l’organo principale del sistema nervoso centrale, situato nella scatola cranica di tutti i vertebrati. L’uomo ha sviluppatonotevoli capacità grazie a questo organo, che in gran parte rimane ancora da scoprire.

Pensiero, movimento, memoria spaziale ed emozionale, parola. Queste solo alcune delle cose che da esso si generano. Quest’oggi vogliamo fare alcune osservazioni sul cervello del musicista, sugli effetti della musica. Perché espressioni come “avere orecchio”, “la memoria della mano”, ed “essere portati” hanno spiegazione scientifica.

Rumore? Suono? Musica? Facciamo Chiarezza!

Con il termine “musica” si intende sia la creazione che l’ascolto del suono. Gli effetti sonori possono essere prodotti con la voce, con gli strumenti, finanche con oggetti. Si parla di musica, generalmente, quando i “rumori” diventano intenzionali, cioè quando ad essi è associata una precisa volontà creativa o espressiva.

Il suono si articola in modalità differenti. Si articola nello spazio con i toni e l’armonia, e nel tempo con la melodia e con il ritmo. Tutto questo produce sensazioni estetich che sono fortissime per comunicare, esprimersi o ricavarne sensazioni.

Vi sono inoltre sensazioni ricavate che dipendono dal tipo stesso di musica. basti pensare alla “ninna nanna”, musica che tranquillizza per eccellenza per la sua particolare composizione di armonie e melodie. Altri fattori dipendono invece dalla cultura: siamo immersi nella cultura fin dalla nascita ed è naturale provare più famigliarità o sentirsi più a proprio agio ascoltando determinati stili musicali.

L’Importanza Della Musica Per L’Uomo

Fin da quando ha mosso i primi passi sulla Terra, l’uomo ha utilizzato la musica. E la ha usata ancor prima di imparare l’uso della parola! Gli strumenti musicali erano di tipo diverso: dai braccialetti fatti accostando conchiglie, ai flauti/fischietti in osso o corno, fino ai tamburi in pelle di animale. I motivi per cui l’uomo ha deciso di far musica sono i più disparati: per divertimento, per sfogarsi durante i rituali, per accompagnare attività fisiche intense come il lavoro di raccolta.

Antico flauto in osso

Anche attualmente la musica riveste un ruolo di primaria importanza nella vita di un essere umano. Suonare, ascoltare musica e cantare hanno effetti già sul feto. La musica non è prerogativa di bambini e ragazzi, o di chi ne ha fatto un mestiere. I suoi effetti e il suo uso può essere benefico e fondamentale in altri stadi della vita e in situazioni particolari e delicate. Pensate al lavoro di AltraVoce con la MusicoTerapia Orchestrale rivolta ai ragazzi/adulti con disabilità, o a coloro che la utilizzano per attenuare i dolori dati dalla malattia o ancora nelle case di riposo con pazienti affetti da Alzheimer. L’ascolto della musica nella persona molto anziana e finanche affetta da demenza, infatti, stimola ricordi episodici e autobiografici, favorendo la presenza e la coscienza della persona. La musica suscita amore, gioia di vivere.

Gli Effetti Su Mente E Cervello

L’attività musicale ha notevoli benefici a livello cerebrale.

  • aumenta la plasticità e la connettività dei componenti del cervello. Con plasticità intendiamo la capacità del cervello di cambiare nel corso della vita di una persona. Esso si adatta alle circostanze eai nuovi apprendimenti: proprio per questo è fondamentale nei casi di disabilità tenerlo allenato con cose intelligenti. Proprio da questo organo dipendono sviluppo cognitivo e sviluppo della personalità. Che hanno sì tratti predefiniti, ma assolutamente migliorabili!
  • facilita la comunicazione e l’espressione emotiva. Il linguaggio verbale, infatti, non è fruibile da tutti. C’è chi lo comprende ma non lo utilizza, chi ha difficoltà anche nel comprenderlo e tutte le sfumature che stanno nel mezzo. La musica, invece, in quanto non verbale può arrivare a tutti e vi dirò di più: ciascuno la può interpretare e utilizzare in diversi modi a seconda delle proprie necessità e dei propri sentimenti.
  • induce il movimento e la danza. Vi è mai capitato di trovarvi a battere il piede o muovere il corpo a ritmo di musica? Questo avviene perché essa stimola la corteccia motoria e i gangli della base (raggruppamenti di sostanza grigia), elementi del cervello che controllano il movimento. Se stimolata una corretta relazione tra suono e moto, la riabilitazione motoria può passare attraverso l’ascolto e la produzione di musica, favorendo movimenti prima preclusi e coordinazione.
  • fornisce una forte stimolazione sensoriale. Questo può essere utile per indirizzare gli stimoli in una direzione, soprattutto nel caso di persone con autismo e non-vedenti.

La musica ha una serie di effetti fisiologici e psicologici. Influisce sulla frequenza cardiaca e respiratoria e sulla pressione arteriosa, ma anche sui ritmi elettrici del cervello e sui livelli ormonali. Essa ha

Essa ha un effetto calmante, migliorando tensione muscolare e umore. Non solo: migliora il sonno, riduce il livello di stress. Questo pare sia possibile perché la musica permette di ridurre il cortisolo (ormone dello stress) favorendo la produzione di ossitocina (ormone della felicità) e di serotonina.

Struttura Del Cervello Del Musicista

Grazie ai progressi della scienza e ai nuovi macchinari, gli studioi hanno analizzato immagini fornite dalla risonanza magnetica. Queste hanno reso evidente che studiare precocemente uno strumento cambia propri il livello macro-strutturale di alcune aree del cervello!

  • Il primo elemento ad essere interessato è il corpo calloso. Si tratta di un insieme di fibre che connettono e fanno comunicare i due emisferi del cervello. Queste fibre aumentano in grndezza e resistenza grazie alla pratica musicale: un musicista ha infatti maggiori esigenze di scambi inter-emisferici molto rapidi necessità di eseguire correttamente complesse sequenze motorie con entrambi gli arti. In parole povere, suonare permette di consolidare, costruire e migliorare la coordinazione motoria.
  • Anche il cervelletto viene influenzato dalla pratica con la musica. Esso si trova nella parte posteriore del cervello e ne rappresenta il 10% del volume. E’ importantissimo: contiene infatti il 50% dei neuroni presenti nel cervello. Generalmente svolge le funzioni di mantenimento equilibrio e postura, fluidità dei movimenti, apprendimento modorio e di procedure. Gli studi hanno mostrato che il volume di questo componente è superiore del 5% nei musicisti. La pratica musicale sviluppa il cervelletto migliorandone le funzioni.
  • anche l’insula viene coinvolta, permettendo di migliorare codifica emotiva e rappresentazione corporea di sé;
  • il cingolato pure, elemento implicato nella connotazione emotiva. E’ molto rilevante la capacità della musica di agire sulla sfera emotiva, in quanto da essa dipendono gran parte delle nostre azioni e pensieri.
  • Non in ultimo il coinvolgimento dell’ippocampo, il centro del consolidamento della memoria a lungo termine.

Insomma, la musica non è solo arte. E’ anche benessere, terapia, modo per esprimersi e mezzo per migliorre piano piano le proprie prestazioni nella vita di tutti i giorni.

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