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MusicoTerapia Orchestrale: Udire Il Musicale

Nel contesto della musicoterapia, con la parola “musicale” ci riferiamo a tutto l’universo sonoro. Non solo quindi i suoni regolari e standardizzati prodotti da uno strumento (come le note), ma anche i suoni provenienti da altri eventi acustici. Rumori ambientali, rumori provocati da oggetti e dal movimento del nostro corpo stesso: purché servano però alla comunicazione di qualcosa.

Il discorso sul musicale deve perciò articolarsi in differenti fattori per essere compreso: fisica del suono, sensibilità delle persone, schemi psicofisiologici che consentono di attribuire al suono un significato comunicativo. Oggi ci concentreremo sul primo di questi aspetti.

Il Simbolo Nella MusicoTerapia

Iniziamo il nostro discorso precisando che in questa sede parleremo della cosiddetta “musica pura”. Di quella musica senza parole, quella che permette di veicolare un significato simbolico molto alto. Agendo nella sfera del simbolico, un suono musicale non si lega universalmente ad uno specifico oggetto, come fa la parola o il segno (pensa ai cartelli stradali: quelli veicolano uno e un solo significato ciascuno!). Il simbolo possiede invece un contenuto emozionale proprio, che supera il significato razionale. I suoni sono più difficili da razionalizzare dato che sono privi di caratteristiche logico-deduttive (possedute invece dalla parola verbale). Ma questo ha un grandissimo vantaggio: li rende una via di accesso privilegiata alla nostra sfera emotiva. Il simbolo è formato o suggerito dal suono ed è puramente individuale: a “decifrarlo” è la sfera emozionale di ciascuno.

L’Organizzazione Strutturale Della Musica

Il suono è l’elemento su cui si costruisce l’azione di organizzazione strutturale della musica, è l’elemento che sta alla base. L’organizzazione si divide in due piani interdipendenti

  • l’ordinamento acustico dello spazio musicale. Determina le caratteristiche di un certo sistema, come le frequenze usate e il valore degli intervalli musicali;
  • attività compositiva ed esecutiva, che può esistere solo con le premesse indicate al punto precedente.

La concezione che il suono ha è molto importante per entrambi i piani: benché universalmente conosciuto (e fin dall’alba dei tempi), il suono non ha caratteristiche tecnico-scientifiche condivise in tutto il globo. Si declina, piuttosto, in base alla cultura che lo produce. Per riassumere: tutti conoscono il suono e lo considerano, organizzano e usano secondo modalità differenti. In Occidente abbiamo una concezione fortemente razionalistica del suono, tanto che distinguiamo quello degli strumenti (ordinato e regolare) da ciò che ciamiamo “rumore” e cui attribuiamo minor importanza.

La Fisicità Del Suono

Il suono è pima di tutto un evento fisico. Si produce grazie alla vibrazione di corpi elastici che si propagano nell’aria grazie a onde periodiche che producono condensazione e rarefazione. Con la trasmissione del suono non si parla di materia, bensì di energia che intergisce fortemente con l’ambiene circostante. Nel caso della MusicoTerapia, viene sfruttata la capacità di agire sulle persone e sulla loro sfera emotiva.

Di base, sul piano fisico, quando un’onda sonora incontra un ostacolo (un corpo incapace di vibrare), essa si riflette. Ma il campo di possibilità reale è molto più ampio. Generalmente i corpi che si incontrano danno vita a sistemi complessi che comportano rifrazione, riflessione e assorbimento in base alle differenti frequenze. Particolarmente interessante nel nostro campo è la “risonanza“. La risonanza è la capacità di un corpo di convibrare  spontaneamente quando sollecitato da onde sonore che si confanno alla vibrazione del corpo stesso. Su questo principio si basa il lavoro della MusicoTerapia.

MusicoTerapia: Gli Elementi Del Suono

Analizziamo ora le qualità distintive del suono. Ma ricordiamoci fin da subito che ogni evento sonoro è più della somma delle sue componenti. Non può infatti essere limitato alla sola costituzione fisica e allo sviluppo temporale proprio grazie all’interazione specifica che l’onda sonora causa di volta in volta.

Il “timbro” si può descrivere come il colore del suono. E’ quella qualità acustica che permette di distinguere il suono del violino da quello di un flauto, è ciò che definisce l’identità e le caratteristiche del suono. Il timbro è principalemente determinato dal materiale che viene fatto vibrare. Il timbro è difficile da descrivere ma molto importante nel lavoro di MusicoTerapia Orchestrale. Proponiamo quindi una classificazione fatta da Dogana sulla base di ciò che comunicano i differenti timbri:

  • esplosiva, data da suoni secchi e brevi come quelli delle percussioni o dalla rottura di corpi duri;
  • risonante, data sai suoni che rimbombano e si prolungano echeggiando;
  • liquida, tipica dei suoni fluidi come quelli dati da strumenti idroaerei;
  • vibrante, data da suoni prodotti ripetutamente come il raschiare e il grattare;
  • sibilante, cioè quei suoni percepiti come penetranti, taglienti, dati generalmente da azioni molto veloci.

Quando parliamo di altezza ci riferiamo alla posizione di un suono su una scala che va dal grave all’acuto. L’altezza dipende dalla frequenza delle vibrazioni (dal loro numero di oscillazioni): maggior frequenza corrisponde a maggior altezza (acuto) e viceversa.

L’intensità è invece la forza sonora di un evento acustico ed è data dall’ampiezza dell’onda sonora. E’ misurata in decibel.

Udire I Suoni

Per udire i suoni, l’uomo si avvale in primo luogo dell’orecchio esterno (padiglione auricolare e condotto uditivo esterno) che ha il compito di raccogliere le onde sonore. Alla fine del condotto uditivo esterno si ha la membrana timpanica che riceve onde di compressione e rarefazione dell’ariae le trasmette a martello, incudine e staffa. Questi ossicini sono situati nell’orecchio medio e hanno il compito importante di ottimizzare la trasmissione dell’energia, convertendola da acustica in meccanica. Tra questi la staffa agisce a livello dell’orecchio interno: mette infatti in vibrazione un liquido, la perilinfa. Essa stimola cellule acustiche e, per dirlo in modo semplice, permette che attraverso altri organi l’energia meccanica venga nuovamente tramutata in energia nervosa. Da qui in poi l’informazione uditiva prosegue verso la corteccia cerebrale.

Il resto, è musica! 🙂

Il progetto MI-SOL-RE# Manteniamo Solide Relazioni è stato approvato e finanziato dal Ministero Del Lavoro E Delle Politiche Sociali attraverso Regione Lombardia

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