Vengo Io: disabilità e lavoro
Quando l’inclusione diventa occupazione
Nella società di oggi, il binomio disabilità e lavoro è la prossima frontiera per una vita più indipendente per chi è fragile. Ma non risulta purtroppo facile pensare alle persone con disabilità come adatti al lavoro.
Come ti avevamo detto in questo articolo, la disoccupazione per una persona disabile tocca purtroppo delle vette incredibili, addirittura del 90%. Questo dato mostra che ci sono tre “attori” in questa storia:
- La Pubblica Amministrazione che si ritrova ad affrontare il discorso disabilità e lavoro in un contesto davvero molto molto complesso. Mettere mano alla “struttura aziendale”, all’organico della P.A. territoriale di modo che sia efficiente non è cosa semplice.
- Le Aziende: è vero che grazie alla Legge del 12 marzo 1999, n. 68 – la cosiddetta Legge 68, molte aziende assumono persone con disabilità, ma dall’altra parte è necessario essere consapevoli che le disabilità sono tante, tutte diverse tra loro poiché accomunate dell’unicità dell’individuo. Pertanto un Amministratore Delegato, un C.d.A. o simili, dovrebbero essere molto motivati per “educarsi” all’inclusione.
- Le Famiglie: spesso chi ha un figlio con una disabilità mentale non ha la conoscenza, gli strumenti e le capacità organizzative per creare percorsi lavorativi personalizzati, poiché un papà o una mamma già devono fare il loro in quanto genitori di un figlio fragile…
E’ qui che nasce “Vengo Io”, il progetto di inclusione lavorativa per ragazzi e adulti con autismo, disabilità intellettiva e sindromi genetiche.
“Vengo Io”: il progetto sociale
“Vengo Io” si pone di affrontare il già citato e delicato tema della disoccupazione delle persone con disabilità, attraverso un percorso adattato alle esigenze di ogni potenziale futuro lavoratore, ovvero di ogni ragazzo fragile.
In ogni giornata, si inizia da solidi punti di partenza: il ragazzo con disabilità mentale e il suo educatore ad personam – che cambia a seconda di criteri e attività – diventano protagonisti di servizi utili a tutti i cittadini.
Le mansioni che normalmente si svolgono sono:
- Commissioni Postali rivolto a persone fisiche o aziende;
- Commissioni varie (ad esempio ritiro farmaci, consegna merce e documenti, ritiro merce e articoli da piccoli dettaglianti) rivolto sia ai cittadini sia alle aziende;
- Spesa alimentare, sia presso le grandi catene sia nei negozi più piccoli;
- Mansioni di Segretariato (interne ad Altravoce), siano esse di spesa o consegna, ma anche riferite a specifiche esigenze momentanee dell’Ente, quali montaggi e modifiche audio/video, creazione degli stessi, fatturazione…
e poi viene il bello, anzi il bellissimo:
- La ricerca e la scoperta delle vocazioni di quel ragazzo con disabilità: un aspetto sicuramente sfidante (immagina quanto sia impegnativo per l’equipe di educatori e professionisti del lavoro andare oltre la disabilità di quel ragazzo per scoprirne le abilità. E immagina quanto sia impegnativo per quel ragazzo esprimersi adeguatamente per comunicare con loro). Dunque un contesto sfidante sì, ma altresì pieno di una fiducia che rincuora chi è nato troppo fragile in questa vita.
Quando inizia il turno occupazionale inclusivo, il gap ragazzo-educatore quasi scompare per lasciare spazio ad una squadra di “colleghi” alla pari. E’ fondamentale che chi ha una disabilità si percepisca in un clima professionale e sereno, che si senta valorizzato per le qualità che possiede e che senta di avere una missione nella vita, un “perché”, proprio come ce l’hanno tutti.
Avere uno scopo motivante, ogni mattina come un qualsiasi adulto, può far provare a quella persona così fragile quella dolce sensazione di indipendenza, ed è questo il bello. Una vita il più possibile indipendente.