La MusicoTerapia Orchestrale Per Nuove Prospettive
La disabilità esiste, è concreta e non si può semplicemente “guarire” da essa. La difficoltà sta proprio nel conviverci. Questa difficoltà nasce dalla non comprensione della disabilità e soprattutto della persona. Esistono linguaggi diversi: il mondo del non verbale, fatto di gesti, movenze del corpo, sguardi, vocalizzi. Come permettere ad una persona con disabilità, anche grave, di esprimere sé stessa in un linguaggio comprensibile e che al tempo stesso permetta di lavorare su di sé? COn la MusicoTerapia Orchestrale.
Il triennio di base di “MusicoTerapia Orchestrale” (MTO) è il primo itinerario educativo-riabilitativo che proponiamo ad AltraVoce. La struttura di questo percorso si deve ai fondatori del centro “Esagramma” . L’organizzazione pratica permette di raggiungere un traguardo importante per la persona con disabilità. Questo percorso prevede:
- il coinvolgimento attivo di allievi e terapeuti in piccoli gruppi orchestrali integrati,
- la presa in carico psico-pedagogica degli alunni
- il rilascio di profili personali.
Ad aiutare la comprensione delle azioni e delle emozioni di ciascun allievo è il “diario”. Dopo ciascuna sessione infatti si annotano le osservazioni che sfociano, alla fine, in un profilo personale. Analizzandone uno, quest’oggi vedremo gli importanti traguardi che si possono raggiungere. Sia a livello educativo, che musicale che riabilitativo.
Il Percorso di “Elena”. Il Primo Impatto
Nota informativa: nel corso dell’articolo useremo il nome di fantasia “Elena”, al fine di tutelare la privacy della ragazza.
Prima di incontrarla, abbiamo avuto una descrizione di Elena, 15 anni, con una importante sindrome
autistica:
- ama la musica
- ascolta tutti e comprende
- nonostante l’ascolto non sembra poi voler comunicare
- disposta alla conoscenza di persone nuove senza irrigidirsi
Nella prima entrata in sala musica sono presenti i genitori, ma solo per pochi minuti. Elena sembra agitata, si muove liberamente e solo dopo accetta di andare alla grancassa. Dà un colpo. Viene guidata al violoncello. Una sola arcata prima di andarsene e sedersi in terra. Dopo 20 minuti appar ancora molto agitata.
Le Osservazioni Durante il Triennio di MusicoTerapia Orchestrale
Durante la prima lezione del primo anno Elena corre, poi si ferma, osserva, riparte. Si appoggia dolcemente a persone e oggetti per poi staccarsene velocemente. Sembra tranquilla, sorride, sia quando suona in modo intenzionale sia quando quasi passivamente ascolta gli altri. Predilige marimba, sonagli, tamburelli. Pare rifiutare gli strumenti ad arco che pur tanto ascolta. Forse il problema è l’appoggio al corpo degli stessi. Capita che usi a mo’ di strumento altri oggetti presenti, pavimento compreso.
- Nei primi mesi i suoi interventi sono brevissimi. Si nota nl corso dell’anno che, se le vengono proposti cambi di strumento e azione in modo frequente e stimolante, ha maggiore tenuta (da pochi secondi a qualche minuto) e intenzionalità.
- Alcune lezioni sono critiche: timore e angoscia prevalgono su di lei.
- Durante la merenda è sempre più disponibile ad essere coinvolta.
- Durante il saggio finale, per dieci minuti suona in modo incantevole l’arpa, strumento che a metà anno la aveva attirata.
Inizia il secondo anno con entusiasmo ma sembra rimanere l’tteggiamento del “tocco e scappo” verso gli strumenti. Alterna momenti di partecipazione ad altri di agitazione, corsa e insofferenza, che sfocia a volte in grida. Alle volte è necessario concludere in anticipo la lezione. Questo risulta però proficuo: la sessione di mezz’ora permette ad Elena di rimanere concentrata per tutto il tempo.
- verso la fine dell’anno la si incoraggia alla scelta di uno strumento. La scelta ricade sul glokenspiel. Questo permette di lavorare anche sulla postura allo strumento. Riesce a produrre suoni precisi e limpidi.
- Il giorno del saggio rimane seduta correttamente, ascoltando e intervenendo quando necessario, per tutta la durata del brano: 15 interi minuti.
Il terzo anno inizia meglio: fa un breve giro in sala musica ma si posiziona poi autonomamente al glokenspiel. Esegue quasi interamente i brani studiati l’anno precedente. I momenti in cui si rende necessario staccare prima dalla lezione si diradano e, quelle poche volte, esce con il sorriso e senza grida. Apprende la corretta postura e se si allontana torna facendole notare che l’orchestra ha bisogno di lei, della voce del suo strumento.
- A metà anno la sorpresa: si avvicina agli archi!
- Per il saggio finale le vengono assegnate parti al glokenspiel e alle piccole percussioni. Si confronta così con molte e diverse sonorità. Si adatta a tutte, le fa sue.
- Risulta in grado di affrontare una situazione difficile, quella delle prove. Difficile, sì: sono state fatte in un ambiente nuovo, con un direttore nuovo, con anche altri professionisti ed allievi. Il saggio prevedeva infatti l’unione di due centri Esagramma. E il saggio va meravigliosamente.
Il Prima e Il Dopo: Grazie MusicoTerapia!
- Nei 3 anni si è vista una lenta ma costante crescita.
- Il lavoro nel gruppo e il progressivo attaccamento all’orchestra le ha permesso di lavorare sulle sue emozioni, di provarle sì ma anche di regolarle.
- Utile è stato rispettare le sue tempistiche, senza farla sentire costretta fino a che, spontaneamente, ha trovato il ritmo.
- Importantissima la proposta di provare più strumenti: ha assunto ruoli, imparato dinamiche, gesti e posture variegati.
- Anche nel momento della merenda si è mostrata sempre più a suo agio, fino a ridere insieme ai compagni e schezare sorridendo.
- Accorciare i tempi di lezione è una strategia vincente. Elena ha potuto usufruire al meglio del poco tempo, senza accumulare ansia, tensione, tornando a casa serena e vogliosa di ritornare la settimana seguente.
- L’aumentare della complessità musicale dei brani ha fatto aumentare anche la sua voglia di ascoltare musica. L’ascolto è anche ciò su cui ha puntato nei momenti di stress: nessun grido, nessuna corsa, ma silenzio e scolto degli interventi altrui.
L’Immagine Finale Di Elena
Elena è dolce, sensibile, sorridente. Ha scoperto che non solo ama ascoltare musica, ma anche produrla. Soprattutto che ne è in grado. E’ orgogliosa, desidera essere cercata. Dietro a questo atteggiamento ci sta una importante conquista: la consapevolezza della bellezza dei suoi interventi musicali.
Alla fine del triennio è a suo agio con la sala, con i compagni, con gli educatori. Essere a proprio agio le permette di non essere rigida e di fare interventi pertinendi, alternando le pause nei momenti corretti, con le giuste dinamiche (forte, piano, veloce, lento). Non parla, è vero, ma dal suo sguardo ora riesce a fare intendere ciò che prova e spesso lo usa per comunicare con i compagni. Si fida del gruppo, non è più schiva. Arriva fino a passare una bottiglietta s richiesta di un compagno, fa leggere carezze, sorrisi controllati. Ricordate la tenuta iniziale? Ve la ricordiamo noi: pochi secondi. Con orgoglio possiamo dire che la tenuta finle di Elena è di 40 interi minuti. E non da sola, ma davanti ad un pubblico e in un concerto ad orchestre riunite.
E noi non possiamo che essere fieri e felici per lei! Perché con AltraVoce, superare la disbilità è possibile. Grazie, ovviamente, al metodo Esagramma che da decenni dimostra la sua validità, e a progetti esterni in collaborazione con i nostri enti territoriali!
Il progetto MI-SOL-RE# Manteniamo Solide Relazioni è stato approvato e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali attraverso Regione Lombardia.