Elvis, il Film
E’ uscito il 24 giugno sotto la regia di Baz Luhrmann il film su Elvis. Come protagonisti del cast Austin Butler nel ruolo del Re del Rock e l’inconfondibile Tom Hanks come il colonnello Parker, manager e promoter del cantante.
Nel film si vede come il cantante Elvis lottò per normalizzare le diversità. Lui lo fece con la comunità e la cultura black. E noi ad Altravoce ci impegniamo costantemente affinché i nostri bambini, ragazzi e adulti con autismo, disabilità intellettive e sindromi genetiche di qualsiasi tipo possano essere visti oltre la disabilità.
Senza una canzone, la vita che cos’è?
Tornando alla vita del leggendario artista, nel film si fa vedere come Elvis Presley sia stato il cantante solista che ha venduto più dischi nella storia della musica. La sua influenza musicale e culturale perdura ancora oggi. Nato a Tupelo in Mississipi nel 1935. Firma il contratto con Parker nel 1955, revisionando ogni passaggio della carriera successo dopo successo, Jailhouse Rock, Love Me Tender, Hound Dog. Durante la consegna del premio “Ten Outstanding Young Men” nel 1970 ci ha regalato una grande verità:
“Ho imparato molto presto che <<Senza una canzone, il giorno non ha fine… senza una canzone, un uomo non ha amici… senza una canzone, la strada non ha curve… senza una canzone>>. Per questo motivo io continuo a cantare una canzone”.
Elvis Presley
Se per Elvis la Musica significava tutto ciò, per i nostri ragazzi con disabilità ancora di più. E un modo speciale di vivere la vita. La musica è presente in ogni momento della nostra vita ed è per questo che ha tanto effetto nella riabilitazione di una persona con disabilità.
Elvis Presley e la lotta per un mondo davvero inclusivo
Oltre a questo, Elvis sapeva che la Musica poteva arrivare al cuore e abbattere le barriere affinché il mondo potesse essere davvero inclusivo. A causa della morte di Martin Luther King e quella di Bobby Kennedy, scrisse la prima canzone a sfondo sociale, “If I Can Dream”, ispirata al discorso del leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani.
Elvis fu un attivista nel suo essere musicista per includere le diversità. Prese parte al sostegno delle persone afroamericane. Il fulcro della sua vita è stato proprio il legame con la comunità e la cultura black. Presley amava suonare con i suoi amici, non fermandosi a guardare il colore della pelle o le inabilità possedute. Amava sognare un mondo in cui le persone venissero viste non per le loro diversità, ma per le loro unicità.
La musica è accessibile a tutti, comprese le persone con disabilità?
Elvis ci ha fatto capire che la musica è accessibile a tutti. Ma comprese le persone con disabilità? Spesso pensiamo alla disabilità dei nostri ragazzi/e come qualcosa di estremamente limitante. E’ difficile immaginare una persona con sindromi genetiche, autismo o deficit motori fare davvero musica, come si fa in orchestra sinfonica.
L’idea che il ragazzo/la ragazza disabile possa imparare a suonare uno strumento musicale (come violini, timpani, contrabbasso, marimba, ecc.) sembra la trama di un film un po’ troppo romantico. Eppure non è così. I grandi maestri ci insegnano che la musica è accessibile a tutti, è un linguaggio universale, uno strumento comunicativo estremamente semplice che unisce le persone ed esalta le abilità di tutti.
E tu riusciresti a fare come Elvis?
Ti faccio una domanda: riusciresti ad andare oltre alle apparenze e agli stereotipi che la società ci tramanda da secoli, utilizzando uno “sguardo” nuovo? Riusciresti a fare come Elvis, ben rappresentato nel film?
Noi qui ad Altravoce ci impegnano costantemente affinché i nostri ragazzi possano essere visti con uno sguardo diverso. Uno sguardo attento, concentrato verso le abilità, che ci permette di scoprire e ri-scoprire gli altri come esseri capaci di fare cose inattese, aprendo porte altrimenti inaccessibili.
Il triennio di Musica Inclusiva Orchestrale permette a bambini, ragazzi e adulti con disabilità di entrare in relazione e di vivere in un luogo di crescita motivante e divertente, condividendo emozioni con le proprie famiglie, con gli altri e con sé stessi. Dapprima con marce, corali e ninna nanne, per poi arrivare a sinfonie vere e proprie, la Persona con disabilità ha finalmente l’occasione di esprimere le proprie emozioni e sentimenti con un canale comprensibile da tutti, che è la musica.
Chiudiamo con Tom Parker, che vediamo nel film dire: “Domani tutta l’America non farà che parlare di Elvis Presley!”.
Beh, speriamo che…
dott.ssa Silvia Patroni