Comportamento musicale di una persona con disabilità
Se ti parlo di comportamento musicale, cosa ti viene in mente? Forse immagini il tuo allievo o alunno che balla (o si muove, se ha una disabilità grave) con la musica che gli piace in sottofondo? Non sei così lontano dalla verità, ma ovviamente c’è molto, molto di più. Oggi approfondiremo questo concetto un po’ complesso perché riguarda diversi aspetti messi insieme.
In poche parole, il comportamento musicale è il linguaggio espressivo del sé, che caratterizza una persona e la differenza dagli altri. Ma non solo.
Il comportamento musicale dipende dalla cultura e dall’ambiente di riferimento
Ti aspettavi che il comportamento musicale fosse una modalità espressiva? Si tratta infatti di un fenomeno basato sull’elaborazione cognitiva della persona con disabilità (e ovviamente della persona in generale). Processo che dipende da più fattori. Ricordiamoci innanzitutto a cosa fa riferimento la parola “cognitivo”: riguarda tutte le forme della conoscenza. La percezione, l’immaginazione, la memoria e tutte le forme di ragionamento. Dato che stiamo parlando di musica e psicologia, la percezione avvertita dalla persona con disabilità avviene funzionalmente. Questi quattro fattori divengono una guida nel comportamento. Le strutture mentali vengono organizzate e influenzate dalla cultura e dalla storia del paese dove è cresciuta quella persona, oltre che dall’epoca in cui ha vissuto.
Perciò il comportamento musicale, essendo legato all’elaborazione della realtà, processo del tutto “personale”, è strettamente legato all’interiorità e unicità della persona. E’ così che l’atteggiamento si inclina a seconda della risonanza che quella persona vive. Avviene una reazione: ai suoni, agli strumenti, così come agli eventi, ai concerti e alle persone che suonano insieme alle persona disabile e che – nel caso del nostro Triennio di Musica Inclusiva – fanno parte del Gruppo Orchestra: persone con e senza disabilità in qualità di musicisti, apprendisti, volontari. Oltre ai compagni con fragilità anch’essi presenti nel gruppo.
La reazione non è di tipo stimolo-risposta, ma si caratterizza come stimolo/ elaborazione e rielaborazione/ risposta: aspetto che fa tutta la differenza del mondo!
Le componenti del comportamento musicale
Licia Sbatella – autrice del metodo Esagramma – parlando di musica e disabilità per bambini, ragazzi o adulti, ha suddiviso il comportamento musicale nelle seguenti componenti:
- il tono della voce
- il contatto con lo strumento
- l’attitudine all’ascolto
- la sua ricerca di sintonia
- l’esibizione della propria impronta sonora (ovvero quando la persona fragile prova a suonare o suona effettivamente, anche solo un timido pizzicato)
Tutto questo, tra i musicisti professionisti viene chiamato stile, che di solito si riferisce alle scelte linguistiche e compositive, alle tecniche esecutive, e all’interpretazione. Bene. La stessa lente di lettura viene usata per l’analisi del comportamento musicale quando questo viene emesso dalla persona disabile che suona nel Gruppo Orchestra.
Ciascuno di noi – incluso tu docente, musicoterapeuta o musicista – infatti ha un atteggiamento peculiare in relazione alla musica, una sorta di firma, proprio come ce l’ha il tuo alunno/allievo disabile. Come conseguenza lui cercherà di uniformare le proprie scelte allo standard che gli richiediamo per suonare in quel determinato momento.
La Musica Inclusiva a Metodo Esagramma con fini educativi e riabilitativi influisce con impatto comportamento musicale
Per partecipare al percorso riabilitativo del Triennio di Musica Inclusiva non è necessario avere precoci attitudini musicali e strumentali (infatti è ideale soprattutto nei casi di grave disabilità mentale e/o fisica). In aggiunta, come parti integranti dei percorsi educativi/riabilitativi è previsto il miglioramento delle competenze musicali e di quelle attitudinali della persona disabile (con autismo, disabilità intellettiva, sindromi genetiche).
Dato che ora abbiamo capito cosa sia il comportamento musicale e come sia legato all’espressione del sé, ora parleremo della Musica e dei suoi effetti sulle persone, proprio perché è un aspetto ulteriore per comprendere i concetti di stile e risonanza, propri del metodo Esagramma e quindi fondamentali per la ben riuscita del percorso educativo e riabilitativo per la persona disabile.
Come abbiamo detto nelle puntate precedenti, la Musica è in grado di modulare l’umore di una persona in diverse circostanze nell’arco della vita. Questo significa che influisce in maniera notevole nella routine quotidiana. In più ha il potere di promuovere la salute fisica, psicologica e il benessere all’interno dei setting clinici. E questi sono dati di fatto poiché abbiamo quarant’anni di esperienza nell’ambito della Musica Inclusiva a Metodo Esagramma, che ci raccontano quali risultati concreti ci siano per chi è disabile.
Comportamenti musicali: i vantaggi grazie al Metodo Esagramma
Come primo vantaggio se operi grazie con il metodo Esagramma, ritrovi l’aspetto dell’ascolto e della cooperazione con l’altro, che la persona con disabilità riesce a interiorizzare anche nei casi più gravi di autismo. E lo fa con comportamenti idonei al contesto, per realizzare un gesto in sintonia con gli altri. Questo aspetto è davvero fondamentale: da operatori, possiamo fare in modo che la persona disabile possa apportare (inconsapevolmente) modifiche all’elaborazione della partitura orchestrale. Ricordiamoci però che non ci concentriamo ad una migliore prestazione (nel Triennio) ma ad un consapevole apprezzamento della relazione tra sé e gli altri.
Il secondo vantaggio riguarda l’accesso alla persuasione. L’obiettivo nei Gruppi Orchestra non è imporre ad altri l’ascolto di sé o subire il suono altrui. Bensì è la persona con disabilità che rende persuasivo l’ascolto di sé nei confronti degli altri e – in cambio – si lasci persuadere dal suono altrui.
Licia Sbattella spiega: “Per un tale lavoro sono necessari fatiche e sacrifici. Sono da abbandonare comportamenti esibizionisti e aggressivi come naturale sviluppo della comprensione e della relazione di sé con l’Orchestra.”
E questa modifica comportamentale è dovuta alla potenzialità della Musica. Il “bel suono” accende interessi comuni tra compositore, esecutore e ascoltatore. Ciascuno si identifica in una parte e si attiva per migliorare la qualità dell’esecuzione musicale. Permettendo di lavorare sul sé e l’identità personale. Indipendentemente dalla tipologia e dalla gravità di disabilità.
Katherin Sanchez
M°Fabio Dalceri