Il Progetto di Vita inizia con il Colloquio d’Ingresso
Il Progetto di Vita può iniziare dalla Musica. Dopo il primo contatto – da parte del tutore legale (il caregiver, ovvero il genitore, fratello, sorella o altra figura) – per l’interesse dimostrato a iscrivere, plausibilmente, il ragazzo/ragazza con disturbo dello spettro autistico, disabilità intellettiva o sindrome genetica al Triennio di Musica Inclusiva Orchestrale, è necessario un colloquio preliminare. Questo avviene tra il Caregiver e i Responsabili di Gruppo (il Conduttore esperto del metodo e uno psicologo o pedagogista) di Altravoce, in quanto ente abilitato all’utilizzo del Metodo Esagramma.
Il colloquio è necessario per valutare l’eventuale inserimento e l’iscrizione al percorso educativo e riabilitativo del bambino, ragazzo o adulto con disabilità.
Questo incontro è organizzato e suddiviso in due parti:
- quella musicale, in cui partecipano il caregiver, il bambino/ragazzo/adulto fragile, i Responsabili di Gruppo e alcuni educatori.
- quella colloquiale, tra il caregiver e i Responsabili di Gruppo, mentre gli educatori in ottica di intrattenimento svolgono qualche attività non musicale con il figlio.
Il Primo Ingresso è Sempre Magico in Sala Orchestra
Il bambino, ragazzo o adulto e i suoi genitori (o la figura referente per l’invio) vengono invitati in Sala Orchestra per una prima breve esperienza, che potrà o meno essere il primo mattoncino del Progetto di Vita del figlio. Il pianoforte è il punto centrale e gestaltico della struttura musicale e di senso: il musicista conduttore, ricopre il ruolo di piccolo direttore d’orchestra e le altre figure – psicologo, educatori, musicisti, operatori – permettono una prima esplorazione del parco strumentale al bambino/ragazzo/adulto con disabilità, nonostante la gravità dell’inabilità, agevolandolo nella partecipazione, sotto il profilo esecutivo musicale (suonare i vari gesti) e sotto quello cognitivo/comportamentale (permettere che vi sia una relazione tra la persona fragile, la musica e le persone intorno) per la realizzazione di forme musicali semplici: una marcia, un corale, una ninna nanna tratte dalla tradizione della musica colta.
Anche i genitori/caregiver vengono invitati a suonare affiancati agli operatori – attività che per la maggior parte delle volte non si aspettano, ma che alla fine apprezzano particolarmente, divertiti ed essi stessi emozionati.
Questa prima breve esperienza ha la durata di una decina di minuti. Dopodiché il gruppo si divide: il figlio si congeda in un’altra aula con gli educatori e in Sala Orchestra inizia il colloquio vero e proprio con i genitori.
Cosa accade effettivamente al Colloquio
Il genitore inizia a parlare della storia di vita – clinica, educativa, personale – del figlio (e potenziale allievo) con il Conduttore Esperto e la figura Psicopedagogica. Mentre i genitori partecipano al colloquio, il figlio passerà del tempo di qualità, seppur con obiettivo intrattenitorio, con gli educatori.
Nel colloquio con i genitori si approfondisce il quadro familiare, tra precedenti scolastici, clinici, ecc.; si raccoglie notizie di carattere generale per conoscere dalle parole del genitore il futuro allievo. Si pone inoltre il focus sulle aspettative dei genitori per il proprio figlio, ovvero cosa si aspettano durante il percorso di Musica Inclusiva Orchestrale.
Successivamente si illustrano le condizioni relative all’iscrizione, alla frequenza, al programma di lavoro, al rapporto che viene instaurato con il ragazzo e quello che – durante il percorso – si avrà con i genitori stessi, con un unico grande obiettivo: porre le basi per una parte del Progetto di Vita del figlio.
Dopodiché al ragazzo viene chiesto – con modalità non verbali se quelle verbali sono assenti – di esprimersi in merito all’esplorazione strumentale e al lavoro orchestrale svolto in sala musica. Racconterà preferenze, scoperte e difficoltà.
Alla conclusione dell’incontro, la prima analisi per il Progetto di Vita
Successivamente al colloquio, quando Genitore e Figlio regalano un “arrivederci” ad Altravoce, in sala Orchestra avviene una prima analisi molto importante su ciò che è accaduto nelle dinamiche relazionali e musicali, al bambino/ragazzo/adulto con disabilità. Durante la breve esperienza musicale gli operatori sono divenuti “strumento”, mezzo, affinché questi potesse esporre le prime abilità residue e potenziali attraverso il parco strumenti. Il setting, a livello strumentale è infatti composto da da:
Pianoforte, violini, violoncelli, contrabbassi, arpe, timpani e piatti, campane tubolari, marimbe e glockenspiel, percussioni etniche.
Durante la musica i vari affiancatori (uno per ogni “cambio strumenti”) hanno suggerito al ragazzo alcune modalità di esplorazione musicale, strutturata “a seconda della partitura” decisa e comunicata dal Conduttore Esperto e supportato dall’esecuzione del pianista. Qui avvengono, da parte della persona disabile, l’esplicitazione di precedenti esperienze, di preferenze spontanee, di eventuali curiosità e preferenze nel suonare.
Il Conduttore ha cura di proporre brani di semplice struttura ma vari in carattere e dinamica: Ninne-nanne, marcette e danze accennate sono preziosissime per capire da dove si può partire. La brevità dell’esperienza performativa consente a chi è fragile di esplorare con semplici gesti dinamiche articolate – dal piano al fortissimo, ritmi regolari e sincopati, crescendi e diminuendi, ecc.) e, dall’altra parte, l’equipe si pone in una analisi delle modalità di partecipazione del “ragazzo” nel lavoro musicale.
Si Parte!
Entro un adeguato periodo di tempo i genitori vengono invitati a perfezionare l’iscrizione. Oppure per discutere le eventuali perplessità con i Responsabili di Gruppo.
E’ infatti possibile, che le incertezze emerse in prima battuta possano sciogliersi in senso favorevole spiegando al genitore aspetti di carattere tecnico che, ovviamente, non sono a sua disposizione in modo naturale, per leggere la realtà vissuta nel primo appuntamento.
Altravoce, inoltre, permette a qualsiasi bambino, ragazzo o adulto disabile di partecipare e iscriversi al Primo Anno, raccogliendo Borse di Studio proporzionate alle difficoltà economiche del nucleo famigliare, nel caso ci fosse bisogno.
I casi di successo iniziano dalla fiducia
La musica a metodo Esagramma, il Triennio di Musica Inclusiva Orchestrale è davvero per tutti. Ma non tutti sono per la musica. Cosa significa?
Nei 10 anni e oltre di attività di Altravoce, le statistiche confermano che è la sensibilità e la predisposizione del genitore (verso la Musica, verso ciò che può fare l’Equipe) la chiave di successo del proprio figlio. Ragazzi con compromissioni importantissime sul fronte comportamentale e cognitivo sono riusciti a concludere il Triennio e ad entrare in Orchestra Sinfonica. A suonare in concerti come musicisti – nonostante la disabilità – insieme a strumentisti del conservatorio.
Il risultato è una vita di vera Qualità. Se la quotidianità (o le prospettive) per quel figlio disabile, prima dell’esperienza musicale ad Altravoce, sono un po’ monotone o addirittura non percepite (“…Futuro? Quale futuro?” chiede una mamma al Colloquio d’Ingresso), poi tutto cambia.
E’ il genitore che si accorge che il proprio figlio può indossare nuove e inaspettate vesti: quelle del musicista sinfonico.
Quali sono gli elementi presi in considerazione come punto di partenza dopo il Colloquio d’Ingresso?
- si guarda la manualità e la capacità di coordinamento motorio – anche se spesso faticosa o impacciata
- l’affezione alla musica
- la predisposizione a mettersi in gioco (sì, lo ripetiamo, “nonostante la disabilità”)
- lato genitore, un’evidenza dell’interesse di migliorare la vita del proprio figlio
Altravoce: tra i 15 centri d’Eccellenza formativa in Europa
Per “superare la disabilità anche solo con un pizzicato” più di mille di ragazzi prevalentemente in Italia (e poi anche in Francia) hanno partecipato al Triennio di Musica Inclusiva Orchestrale a Metodo Esagramma, dimostrando di potercela fare, nel loro piccolo… che Altravoce fa diventare grande! E questo è possibile in Valle Camonica e nell’Alto Sebino!
Il metodo Esagramma ha quasi quarant’anni di esperienza nel campo di musica e disabilità. Centinaia di professionisti hanno apportato e continuano ad apportare un grande valore, una costante ricerca musicale e psicopedagogica affinché persone con disabilità possano sentirsi importanti e soprattutto possano sentirsi realmente incluse insieme a persone senza disabilità.
Il Progetto di Vita Parte da Qui. Perché poi, dopo il Triennio oltre all’Orchestra c’è…