Percorso Riabilitativo di Musica Inclusiva Orchestrale
Una volta iscritti ad Altravoce – i bambini, ragazzi e adulti con disabilità anche grave -possono iniziare il percorso riabilitativo-formativo di Musica Inclusiva Orchestrale a Metodo Esagramma. Dopodiché vengono formati i gruppi di lavoro. Questi gruppi comprendono ragazzi con disabilità intellettiva, ritardo cognitivo, sindrome genetiche, gli educatori e i musicisti.
Insieme lavoreranno durante l’intero percorso riabilitativo, ovvero primo, secondo e terzo anno. Alla fine del Triennio, si vedono i risultati ottenuti <<dalla competenza, la passione, il puntiglio, il lavoro, la tenacia, la voglia di superare il limite quando si mettono insieme musicisti, educatori e ragazzi>>. Si scopre <<il perché sia il più piccolo come il più grande ha guadagnato il suo posto in Orchestra e non è lì per compassione>>. Parole di Pierangelo Sequeri – uno dei fondatori del Metodo Esagramma – nel Discorso ad un Concerto di fine Triennio. Tutti insieme metteranno in gioco un indimenticabile Concerto Sinfonico Inclusivo.
Com’è fatto un Gruppo Orchestra del Triennio di Musica Inclusiva
Un gruppo orchestrale del Triennio – in base alle considerazioni generali e soprattutto all’esperienza – è composto da 3 educatori e 3 ragazzi, il conduttore/pianista o pianista più conduttore. Ma a seconda delle disponibilità e a causa di alcune condizioni specifiche il numero di integranti può variare.
Tuttavia, dopo 40 anni di esperienza, si è dimostrato che i margini di variazione sono abbastanza ristretti:
- una composizione del gruppo con 3 ragazzi e 2 educatori si può considerare sufficiente
- una composizione del gruppo con 7 ragazzi e 7 educatori si considera un limite massimo da non superare.
Le proporzioni si creano dall’esigenza di integrare la governabilità del gruppo con una operatività adeguata, che lasci spazio alla crescita del singolo bambino, ragazzo o adulto con disabilità.
Musicalità e psicologia nel Percorso Riabilitativo
Il gruppo appena formato seguirà il modello del ‘gruppo da camera’. Tale struttura consente una sufficiente articolazione delle combinazioni orchestrali senza trascurare il lavoro individuale.
E – in termini psicologici – il gruppo di lavoro diviene “referente”. Gli incroci relazionali possibili saranno mobili, ovvero ci sarà una rotazione degli operatori da ragazzo a ragazzo. Permettendo la coltivazione delle relazioni. La generalizzazione è importante (ovvero il fatto che ogni ragazzo disabile sappia rapportarsi – o impari a farlo – con i vari componenti del gruppo), tanto quanto il riconoscimento dell’esclusività individuale.
Composizione dei gruppi orchestrali: qual è il criterio?
La composizione del gruppo si avvale di un criterio di varietà e di equilibrio, tenendo in considerazione il numero sufficiente di risorse a disposizione (non solo “umane”, ma anche di capacità o di criticità in essere). Questo serve a distribuire in modo proporzionato il carico delle difficoltà.
Per ciò, sono necessarie varietà e capacità di intesta tra le presenze dei piccoli gruppi orchestra: in rapporto al sesso, all’età e al tipo di difficoltà.
I gruppi, quindi, coinvolgono allievi di sesso eterogeneo. Con problematiche differenti ma di età simile, gruppi di:
- Piccoli: dagli 8 ai 12
- Ragazzi: dai 13 ai 18
- Adulti maggiorenni
Percorso riabilitativo: composizione dell’Equipe multidisciplinare
Per quanto riguarda l’équipe, il gruppo sarà formato da almeno due persone esperte: una dotata di specifica competenza didattiche-musicali e musicoterapeutiche, una con competenze prevalentemente psico-pedagogiche.
Il conduttore del lavoro di gruppo sarà normalmente il musicista. Il coordinatore delle dinamiche di relazione sarà lo psicologo. Uno specialista a metodo Esagramma può ricoprire i due ruoli con adeguate competenze sviluppate nel corso degli studi al Master Esagramma e con sufficiente esperienza.
L’équipe è formata normalmente da almeno altri due musicisti/psicopedagogisti formati alla metodologia (anche base) e da uno o due tirocinanti (musicisti o psicologi).
Educatori-musicisti e persone con disabilità
Le “componenti interattive” – così definite dal prof. Dr. Licia Sbattella – di un gruppo orchestrale sono due: gli educatori/musicisti e i ragazzi con disabilità. I fondamenti derivano dalla comunicazione che nasce tra persona e persona. Le interazioni si sviluppano attraverso i diversi canali (fonico, mimico, gestuale, operativo) e formano il volume complessivo delle relazioni attive all’interno del gruppo.
E l’Orchestra Sinfonica Inclusiva (punto più visibile per il pubblico e progetto inclusivo di altissimo valore, successivo al Triennio) rappresenta l’approdo finale e l’inizio della fase di reinvestimento delle attitudini comunicative e delle abilità acquisite nel lavoro musicale del Triennio di Musica Inclusiva. L’Orchestra Sinfonica ha, in più, una terza componente. E’ formata da musicisti professionisti.
Dinamica dei rapporti fra chi ha una disabilità e gli educatori-operatori
Per avere una dinamica dei rapporti fra i ragazzi ed educatori che funzioni, è necessario creare un ‘clima psicologico’ anzitutto tra gli educatori.
Il clima psicologico è un fenomeno percettivo basato sull’esperienza, multidimensionale e durevole che è ampiamente condiviso dai membri di una specifica unità organizzativa – nel nostro caso tra gli educatori, i musicisti e gli insegnanti di Altravoce. Tale fenomeno è così importante da doverlo ricreare e mantenere anche sotto la pressione del lavoro e in presenza di comportamenti problematici della persona disabile durante la lezione.
Il clima psicologico che si è creato – ovvero anche l’approccio iniziale fra i ragazzi ed educatori – condiziona le risposte che i ragazzi saranno in grado di dare alle indicazioni degli operatori.
Operatore stai attento a…
Se l’équipe di formazione instaura un clima al tempo stesso stimolante e rassicurante, dovrà però fare attenzione a non sconfinare nella formazione di legami individuali. Ciò perché si può produrre isolamento e separazione dal gruppo. E ricordiamoci che lavoriamo anche sull’INCLUSIONE. Non per niente il percorso ha per nome Musica INCLUSIVA Orchestrale.
Poi c’è un altro possibile problema che può emergere: la condiscendenza ad un rapporto di simpatia che si trasforma in fissazione, molto probabile nei primi momenti di insicurezza generale e di bisogno di protezione dei ragazzi – che si allontano dai genitori e iniziano un nuovo percorso, con persone mai viste prima. Questa fissazione è un serio ostacolo per l’attiva partecipazione alla ricerca di sicurezza più durature di tutto il gruppo di ragazzi.
In più bisogna stare attenti alla mancanza di spontaneità e di entusiasmo da parte degli operatori. Perché si riflettono immediatamente sui ragazzi. E conducono al loro distacco emotivo e operativo nei confronti del programma di lavoro.
Katherin Sanchez