Happy Ranch: Un Progetto di Stalla Sociale Inclusiva per Persone con Disabilità Intellettive
Nel 2014 nel parco dell’ex Casa Serena di Cognola in Trentino nasce Happy Ranch un progetto dell’ANFFAS Trentino.
Questo progetto coinvolge 9 ragazzi con disabilità intellettiva grave.
Tutti loro hanno ottime competenze di allevamento e gestione della fattoria ma non trovano comunque un occupazione per via della loro disabilià.
Gestori e Missione di Happy Ranch: Un Rifugio di Inclusione e Socialità
Lorenzo Bolzon, Daniele Uber e Alessandra Postal, insieme a due ragazze del Servizio Civile e ad altri cinque volontari, gestiscono Happy Ranch. Si tratta di un luogo e un progetto di stalla sociale che coinvolge un gruppo fisso di nove persone con disabilità.
Happy Ranch è uno spazio di inclusione situato nel parco della vecchia Casa Serena di Cognola, un terreno recuperato dove sono state costruite le stalle che oggi ospitano gli animali. Bolzon spiega con entusiasmo che vuole fare la differenza nel tessuto sociale cittadino.
L’Origine e la Visione di un Decennale Progetto di Inclusione
Un progetto decennale è nato come naturale evoluzione del percorso di formazione e stage di giovani adulti con disabilità intellettive presso la stalla di un’azienda agricola dell’Altopiano di Pinè anni fa.
Da questa esperienza, è nata l’idea di offrire uno spazio gestito interamente da loro, dove potessero lavorare e sentirsi responsabili.
Questo approccio mira a superare i pregiudizi sociali, valorizzando le competenze operative e guardando oltre la disabilità.
Questo consente loro di mettere a frutto le proprie competenze e, forse per la prima volta, passare dall’essere oggetto di cura ad avere cura di animali e spazi.
Happy Ranch: Un Rifugio di Crescita e Responsabilità per Persone con Disabilità
Questo contesto permette a queste persone di sperimentare la propria adultità e le responsabilizza nell’assolvimento quotidiano dei compiti.
Gli educatori spiegano che Happy Ranch offre l’opportunità di assumere un ruolo lavorativo che porta riconoscimento, esperienza condivisa con educatori, volontari e visitatori.
È un luogo di inclusione e crescita personale: educatori e volontari notano miglioramenti nella costanza e nella capacità di completare i compiti, nella soddisfazione al termine del lavoro, e nell’abilità di rapportarsi con gli altri con rispetto e reciprocità.
Altravoce e l’Inclusione Lavorartiva
Lavorare è essenziale per le persone con disabilità. Offre loro una vita piena di impegni, responsabilità e soddisfazioni personali ed economiche.
Essere utili non solo agli altri, ma soprattutto a sé stessi, è cruciale. Lavorare significa essere parte attiva della società e ricevere un riconoscimento che va oltre il mero aspetto economico; ciò contribuisce a sentirsi integrati nella comunità.
Questa necessità è ancora più evidente per le persone con disabilità, che spesso subiscono emarginazione e discriminazione. Dimostriamo quotidianamente che lavoro e disabilità possono convivere armoniosamente. La nostra Orchestra, composta da musicisti con e senza disabilità, ne è una tangibile dimostrazione. Crediamo fermamente che questa realtà diventerà sempre più diffusa in futuro.