A Muso Duro: Bertoli, Tra Disabilità e Musica
Il ricco panorama del cantautorato italiano della seconda metà del ‘900 ha conosciuto molti indimenticabili artisti. Ha saputo non solo mescolare la poesia con la musica, ma ha anche visto e conosciuto proprio la potenza della musica e delle parole per messaggi di protesta, di pace, di impegno sociale, di coraggio. Merita certamente una menzione speciale la storia di Pierangelo Bertoli che, a quasi vent’anni dalla sua morte avvenuta a Modena il 7 ottobre 2002, torna forte e potente nella sua eredità artistica. Eredità che ci racconta ancora oggi non solo della bravura di Bertoli, ma anche del suo coraggio e di una bellissima storia di musica e disabilità. Una vita “a muso duro”, ricca di poesia e a difesa dei più deboli.
Canterò le mie canzoni per strada / ed affronterò la vita a muso duro
Nato a Sassuolo, il 5 novembre 1942, da una famiglia operaia, a soli dieci mesi venne colpito da una forma molto grave di poliomielite che lo privò per tutto il resto della sua vita della funzionalità degli arti inferiori. Questo lo costrinse fin da subito alla sedia a rotelle. Intorno ai 25 anni alcuni amici gli prestarono una vecchia chitarra e da autodidatta, in pochi mesi, imparò a suonarla. Dopo soltanto un anno, arrivarono anche i primi testi e le prime canzoni, cantate inizialmente ad alcuni amici e famigliari e successivamente a platee sempre più ampie, soprattutto in sagre di paese e feste di partito. La politica, insieme alla musica, giocherà per sempre un ruolo fondamentale della sua vita, e verrà più volte cantata nelle sue canzoni. Non a caso i primi pezzi ed i primi 45 giri furono pubblicati con la casa editrice del partito da lui sostenuto ed il suo primo album in studio, nel 1974, fu intitolato “Rosso colore dell’amore”.
Bertoli, Un Cantautore Grintoso
La sua disabilità non gli impedì di arrivare al successo, non solo italiano. I primi tour toccarono appunto l’Europa, in particolare la Germania, oltre che l’Italia. Gli spettacoli di Bertoli assumevano spesso la forma del “teatro canzone”, con i brani musicali alternati ai monologhi. Da sempre affezionato alla sua terra d’origine, compose anche numerose canzoni in dialetto sassolese.
Eppure il vento soffia ancora…
Fu nel 1976, con il primo contratto discografico, che Pierangelo Bertoli si fece conoscere ad un pubblico ancora più vasto, precisamente con l’album “Eppure soffia” . Soprattutto con l’omonima canzone contenuta in esso, una delle più belle e famose del cantautore, un inno all’ecologismo ed alla salvaguardia dell’ambiente. Fu una delle tante canzoni di protesta e denuncia su uno dei molti temi sociali a lui cari.
Gli anni ’80 lo consegnarono definitivamente alla popolarità, con diversi album, tra cui spiccano:
- “A muso duro” (1979), uno dei suoi album più noti ed apprezzati, come anche la canzone omonima,
- “Certi momenti” (1980), contenente la canzone “Il pescatore”, tra le più conosciute di Bertoli e cantata con una ancora semi sconosciuta Fiorella Mannoia,
- “Dalla finestra” (1984)
- “Oracoli” (1990).
Vanta anche due partecipazioni al Festival di Sanremo, nel 1991 e nel 1992.
Fiorella Mannoia E Luciano Ligabue
Nella sua lunga carriera, Pierangelo Bertoli fu anche un lungimirante talent scout; come detto, ben prima del successo nazionale ed internazionale, una giovanissima Fiorella Mannoia cantò con lui la canzone “Pescatore”. Ma non solo, Bertoli ebbe un’importanza fondamentale anche per la carriera di Luciano Ligabue; come raccontato proprio da Ligabue, fu Bertoli, dopo aver ascoltato una cassettina con incise alcune canzoni a credere in lui, scrivendo insieme alcune canzoni, cantando poi anche alcune canzoni di Ligabue come “Sogni di rock and roll”, arrivando ad organizzare incontri presso case discografiche ed addirittura a produrre il suo primo album.
Voglio stare in questo mondo, dare un senso alla mia vita, e riempirla di sorrisi nuovi e veri.
Disabilità e Molto Altro: L’Impegno Sociale Di Bertoli
Più volte nella sua carriera, oltre ai numerosi temi sociali e di protesta, Pierangelo Bertoli si batté per sensibilizzare l’opinione pubblica:
- sull’integrazione sociale delle persone con disabilità
- sulle barriere architettoniche
- con diverse iniziative benefiche e di solidarietà
- con spot televisivi a favore della “Lega per l’emancipazione degli handicappati”, portando per tutta la sua carriera sempre con grande dignità e coraggio la sua condizione, su moltissimi palchi ed in televisione.
- Oltre a questo cantò di temi delicati ed importanti quali la guerra e in generale la difesa dei diritti e delle libertà dei più deboli.
Scomparso il 7 ottobre del 2002, al termine di una grave malattia, Pierangelo Bertoli lascia un’eredità musicale preziosa e vasta, che negli anni ha trovato più volte tributi e celebrazioni da parte di molti componenti della scena musicale italiana. Inoltre, nel 2013 viene istituito il Premio Pierangelo Bertoli, un riconoscimento annuale che viene dato alle carriere di alcuni cantautori. Alla morte, lasciò la moglie Bruna ed i suoi tre figli, Emiliano, Petra ed Alberto; quest’ultimo ha seguito le orme del padre, diventando cantautore e prendendo parte a concerti di tributo a lui dedicati, oltre che dimostrandosi sempre attivo e coinvolto in cause e progetti a sostegno della disabilità.