Film e Disabilità: oggi il film “Il mio piede sinistro”
Per i lettori di Altravoce, una nuova rubrica mensile sul cinema che tratta il tema della disabilità. Consigli, recensioni ed opinioni di alcuni film sulla disabilità per grandi e piccoli. Oggi vi racconto di uno dei film più belli degli anni ’80 e non solo. Un film pluripremiato, che racconta di una storia incredibile, di disabilità, talento e coraggio. Si tratta di un film del 1989 diretto dal regista Jim Sheridan, intitolato “Il mio piede sinistro” (Titolo originale “My left foot: The story of Christy Brown).
Christy Brown e la sua disabilità: la sua storia speciale in questo film
La storia, anche quella recente, è ricchissima di persone affette da disabilità che riescono, con coraggio e dedizione, a lasciare una traccia speciale, nell’arte, nella scienza, in ogni campo dell’umanità. La storia di Christy Brown (1932-1981), interpretato in questo film dall’attore Daniel Day-Lewis, a mio avviso tra i più bravi attori della nostra epoca, ha davvero dell’incredibile. Figlio di una famiglia umile e numerosa, composta da ben tredici fratelli, Christy è affetto da una grave paralisi celebrale. Questa paralisi lo rende quasi del tutto paralizzato, eccezion fatta per il suo piede sinistro; è infatti l’unica parte del corpo di cui possiede ogni funzione. Questo film appunto tratto da un libro omonimo, racconta la vita di quest’uomo che, non dandosi mai per vinto, riesce a diventare un pittore ed uno scrittore affermato proprio scrivendo e dipingendo con l’unica parte del suo corpo che può usare; il piede sinistro
La forza della determinazione che superà la disabilità
Ambientato a Dublino, “Il mio piede sinistro” ripercorre la vita di Christy. Vittima, come già detto, di una paralisi che gli impedisce di parlare e di muoversi, appena nato, vive con la sua numerosa famiglia. I medici si dicono molto pessimisti riguardo alle sue possibilità di sopravvivenza. Malgrado ciò, con il trascorrere degli anni, Christy con grande forza e determinazione compie numerosi progressi. Con primi tentativi di comunicare, tramite il piede, con il quale riesce a scrivere alcune parole ed appunto a dipingere. A diciassette anni arriva una svolta che permetterà a Christy non solo di ottenere ulteriori progressi nella sua condizione, ma anche di scoprire l’innamoramento e l’amore. Gli viene infatti concessa l’occasione di essere preso in cura dalla dottoressa Eileen Cole. Da qui, la sua vita sarà caratterizzata da numerosi e preziosi miglioramenti, oltre che, soprattutto, dal suo rapporto con Eileen.
Un film pluripremiato
Questo film ha definitamente consacrato e lanciato Daniel Day-Lewis ad una carriera formidabile nel mondo del cinema. Numerosi i premi individuali e le nomination ottenute soltanto per l’attore. Anche grazie alla sua interpretazione di un ruolo così difficile ed una storia così particolare, questo film è stato pluripremiato ed apprezzato in tutto il mondo. Tra i tanti riconoscimenti ricevuti spiccano:
- Premio Oscar 1990 come “Migliore attore protagonista” a Daniel Day-Lewis
- Premio Oscar 1990 come “Migliore attrice non protagonista” a Brenda Fricker (Che interpreta, nel film, la madre di Christy)
- Candidatura al Premio Oscar 1990 come “Miglior regia” a Jim Sheridan
- Premio David di Donatello come “Migliore produttore straniero” a Noel Pearson
Nel 1999 il British Film Institute ha inserito tra l’altro “Il mio piede sinistro” al cinquantatreesimo posto nella speciale classifica dei migliori cento film Britannici del ventesimo secolo.
“L’insegnamento di una vita incredibile”
Questo film è molto emozionante e ritengo sia di una forza incredibile. La lezione e l’insegnamento che trapela dalla vita di Chrisy Brown è a mio avviso significativo; anche e nonostante le condizioni avverse e le incredibili difficoltà di una persona affetta da disabilità, con aiuto e determinazione si può arrivare ad ottenere risultati incredibili, coltivando e sviluppando i propri talenti. Un insegnamento prezioso per un film a tema disabilità da vedere assolutamente.