MusicoTerapia: L’Aspetto Terapeutico
Che la musicoterapia abbia a che fare con la musica, con strumenti, con melodie è chiaro a tutti. Ma le idee sono spesso molto confuse. Una delle cause è la “terapizzazione del quotidiano”. Ad esempio un gioco fatto con una persona con disabilità diventa quindi “ludoterapia” in automatico. A causa di questo la parola “musicoterapia” viene spesso svalutata, pensata come attività con il solo scopo di tenere occupato il tempo di una persona con disabilità. Ovviamente non è questo lo scopo.
La Federazione Mondiale di Musicoterapia la definisce come “uso della musica e/o degli elementi musicali da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi“.
Già da questa definizione traspaiono punti importanti: innanzitutto non ci si può improvvisare musicoterapeuti. Si tratta di una professione vera e propria che necessita studi approfonditi, tirocinio sorvegliato e pratica. Secondariamente il contesto, che comporta anche un cambio di modalità: singolarmente o in gruppo. In utlimo, gli obiettivi che questa pratica permette di ottenere.
Terapia.. Ma Non Solo!
Quando ci addentriamo nel nostro campo, terapia non coincide con “cura”. Sappiamo che la disabilità non si può curare, ma una cosa importantissima si può raggiungere. Parlo del decisivo miglioramento delle condizioni di vita grazie al focus sulle abilità.
Terapia, educazione, riabilitazione, integrazione, prevenzione: tutte attività che fanno parte delle sedute di MusicoTerapia Orchestrale. La musica è agente del cambiamento. Chiaramente per tutte queste attività vi sono più figure professionali che lavorano, che la usano per stabilire una relazione terapeutica, per favorire la crescita e lo sviluppo della persona, per assisterla nella realizzazione di sé.
Terapia e Riabilitazione
Il legame tra la musica e la medicina è antichissimo. L’Uomo, da che è tale, conosce il potere del suono e della musica sul comportamento e sulla fisiologia. In modo più o meno conscio l’uomo ha sempre utilizzato melodie, rumori, suoni per curare, per scoprire sé stesso, per relazionarsi con gli altri.
Nell’Antica Grecia la musica era assistenza, cura e guarigione. Ma, sostenevano i filosofi, anche contributo per migliorare la calma interiore, la serenità e la morale. La musica “agisce dentro”, ecco il suo enorme potere.
I Profili Professionali Nella MusicoTerapia
- Il musicoterapeuta si occupa dell’organizzazione della terapia e della valutazione dei risultati ottenuti. Quando si parla di “terapeuta” ci si riferisce ad una figura professionale laureata (medicina, psicologia, scienze della formazione più diploma di conservatorio) e abilitata all’esercizio della professione.
- Il musicoterapista è l’esecutore tecnico e operativo. Si tratta di colui che mette in pratica il programma terapeutico concordato col musicoterapeuta.
Non vi può essere autolegittimazione: le competenze devono essere solide, certificate, è importantissimo affidarsi a professionisti.
Il ciclo di studi e il tirocinio sono solo due punti dell’articolata formazione necessaria. Senza una predisposizione, senza “attitudine all’amorevolezza”, tutto è vano. La predisposizione psicologica serve per essere immediati, lucidi, tolleranti all’ansia e soprattutto empatici. Tutto questo al fine di instaurare una relazione terapeutica stabile con il paziente. Come? Attraverso l’uso del canale non verbale e del canale corporeo-sonoro-musicale. In questo modo il terapeuta capace può far acquisire alla persona nuove modalità di comunicazione e migliorare la sua qualità di vita.
Il progetto MI-SOL-RE# Manteniamo Solide Relazioni è stato approvato e finanziato dal Ministero Del Lavoro E Delle Politiche Sociali attraverso Regione Lombardia