Il Disturbo Oppositivo Provocatorio: Prime Strategie Efficaci
Chi sono i ragazzi, o i bambini, che hanno un disturbo oppositivo provocatorio?
Ad Altravoce durante il Triennio di Musica Inclusiva Orchestrale, dedicato a bambini, ragazzi e adulti con disabilità di qualsiasi genere – autismo, disabilità intellettiva, sindromi genetiche – spesso ci ritroviamo a gestire comportamenti sicuramente complessi, come il disturbo oppositivo provocatorio.
Innanzitutto è bene distinguere tra chi ha delle fragilità, chi fa fatica a instaurare delle relazioni in alcuni contesti e chi ha un vero e proprio disturbo a 360 gradi, che non riesce ad adattarsi a nessun tipo di contesto, sia esso didattico, di gioco o familiare.
I ragazzi con disturbo oppositivo provocatorio sono spesso a rischio di isolamento sociale. Sono ragazzi che nella scuola faticano a instaurare relazioni e ciò compromette spesso anche l’apprendimento. Nei loro confronti vengono messe in atto strategie essenzialmente esclusive (nel senso che escludono).
Quella classica è la sospensione oppure si propone la più semplice. “Vai fuori dalla porta”. Questo li pone in un contesto esterno rispetto al resto dei compagni e li allontana da qualsiasi possibilità di intervento correttivo e umano da parte degli adulti.
Perché è importante gestirli e come gestirli
Un ragazzo con un disturbo positivo ha spesso vissuto sempre e solo esperienze negative. Continui richiami, continue punizioni. Ciò che non ha mai associato è il fatto di ubbidire con il piacere di sentirsi gratificato. Spesso le richieste che gli vengono fatte sono di solito “non fare”, “non dire”, “non muoverti”, “non alzarti”, “non rispondere”.
Creare occasioni di rinforzo positivo
Una cosa importante sarebbe creare occasioni di rinforzo positivo, ad esempio, chiedere al ragazzo di fare qualcosa che ha piacere di fare e poi ringraziarlo per averlo fatto. Ma in presenza di un disturbo positivo e questo diventa difficile per noi adulti. Quindi potrebbe anche essere utile ringraziarlo di non aver messo in atto un comportamento negativo. A volte noi adulti erroneamente pensiamo che se un ragazzo oppositivo si comporta male, deve essere ripreso, deve essere richiamato. Se un ragazzo oppositivo si comporta bene, sta solo facendo il suo dovere. Non devo dirgli “bravo”. Per quale motivo dovrei farlo?
Le lodi
Le lodi sono una strategia psico-educativa fondamentale per rinforzare alcuni comportamenti che, anche se non messi in atto in modo intenzionale, se non rinforzati, difficilmente verranno riproposti. Ecco allora una seconda strategia. Imparare a lodare. Imparare a scegliere delle parole che possano rinforzare dei comportamenti positivi e non solo comprimere. Limitare dei comportamenti negativi. E arriviamo a una terza tipologia di strategie. Il dare dei rinforzi sotto forma di gratificazioni, sotto forma di premi sotto forma di ricompense.
Cosa significa ricompensare?
Significa riconoscere che alcuni comportamenti di un ragazzino oppositivo possono non essere perfetti se ci risultano meno oppositivi, meno negativi rispetto a quelli che solitamente vengono messi in atto. Sono comportamenti che meritano di essere collegati a delle conseguenze in qualche modo positive e gratificanti. Meritano di essere premiati. Le strategie che noi solitamente insegniamo nell’ambito della formazione per docenti sono queste:
- Vedere il ragazzo oppositivo con occhi nuovi
- Comprendere quali sono le sue difficoltà.
- Condividerle e gratificare anche i piccoli sforzi che non portano verso comportamenti perfetti, ma che portano verso comportamenti migliori di quelli precedenti.
Da oppositivo ad avere solo qualche difficoltà
Un passo alla volta un ragazzo oppositivo potrebbe diventare una Persona con qualche difficoltà nella relazione, ma con molte più possibilità di vivere esperienze positive in mezzo agli altri.
E questo è il cambiamento che intendiamo ottenere, far sperimentare, a questi ragazzi. Vogliamo delle esperienze positive di convivenza in cui riescano ad adattarsi, ad inserirsi, anche se non come leader e anche se non in modo perfetto, all’interno di un qualche contesto sociale. La musica, la scuola, gli amici,lo sport e ovviamente anche la famiglia.