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classificazione disabilità

Oltre La Classificazione Della Disabilità

Ad Altravoce non limitiamo la Persona disabile a causa della Classificazione della Disabilità.

La Classificazione della Disabilità può essere uno strumento utile in fase iniziale per chi si occupa di chi ha una disabilità mentale. Ma non è il vero punto di partenza, ne il punto di arrivo.

L’accoglienza in Gruppi Orchestra per chi è disabile

Altravoce si rivolge a bambini, ragazzi e adulti con disabilità mentale medio grave di qualsiasi genere. Quelle disabilità “dalla nascita” o quelle acquisite, anche di tipo psicotico. Le fasce di età a cui il Triennio di Musica Inclusiva Orchestrale sono sostanzialmente di tre tipologie:

  • dagli 8 ai 12 anni
  • dai 13 ai 17 anni
  • dai 18 anni in sù

Una delle fortune di lavorare con la Musica è proprio quella di non avere limiti di età nei piccoli Gruppi Orchestra del Triennio. Il criterio di suddivisione è caratterizzato per restare in un gruppo di pari. Ciò non toglie che nella storia di Altravoce – e in quella del Metodo Esagramma più in generale – abbiamo avuto gruppi di età variegata dai 14 ai 30 anni ad esempio. Questo avviene proprio perché ogni persona è unica e lo è ancor di più il ragazzo o l’adulto con disabilità. Data questa unicità, è possibile che quel ragazzo “abbia le carte” per suonare in gruppi dall’età eterogenee.

Un percorso individualizzato pur essendo in gruppo

Costruiamo insieme a lui il percorso, che pur essendo in gruppo, resta un percorso individualizzato. L’Equipe di Altravoce infatti svolge una costante analisi e ricerca psicopedagogica e musicale quotidiana con un rapporto 1:3. Ogni ora di Musica Inclusiva vissuta da quel bambino, ragazzo o adulto ha dietro di sé tre ore di ricerca e analisi individualizzata.

Uno dei nostri “segreti di successo” è dato dal fatto che la classificazione della disabilità sia considerata per l’appunto una mera catalogazione. Questa non ha nulla a che vedere con la Persona, la Personalità e le Potenzialità che sono all’interno di quel ragazzo, adulto o bambino disabile.

Dobbiamo attribuirgli noi, “d’ufficio”, limiti che non gli permettano di affacciarsi a ciò che quel ragazzo può essere veramente? Anche no.

Diffida dalle limitazioni

Proprio perché la persona fragile è nata già con un limite grande, qui ad Altravoce vogliamo che la classificazione della disabilità sia soltanto un puntino nell’universo di quella vita. Badiamo di più a ciò che impariamo a conoscere, di quel bambino con disabilità, facendo attività educativa e riabilitativa musicale, piuttosto che credere che non possa suonare un violino perché soffre di disturbi di iperattività, autismo, disturbi dell’attenzione e del linguaggio.

Certo, sapere che quella Persona ha un disabilità visiva (o una sindrome di Down), ci consente di partire da alcuni presupposti, ma tali devono rimanere e non devono mai – dicasi mai – diventare parte della Profezia che si Autorealizza. L’effetto Pigmalione sì, lo usiamo, ma con altri scopi: potenzianti e lungimiranti per quell’adulto, bambino o ragazzo disabile.

Consideriamo sempre l’Unicità della Persona disabile

Prendiamo dunque le distanze dalle schematizzazioni a priori. Guardiamo all’unicità della Persona piuttosto che alle classificazioni. Attenzione: di per sé la classificazione della disabilità – tipicamente di origine scientifico- sanitaria – è una cosa utile perché permette di capire, in fase di studio, alcuni tratti che difficilmente si potrebbero conoscere in poco tempo. Permette ai professionisti di parlare lo stesso linguaggio e aiutare quella persona. Ma quando parliamo di Vita Vera, quando parliamo di Abilità di quella Persona, quando parliamo di Musica e Pedagogia, beh tutto questo “limitare” non ha davvero alcun senso.

E’ bene sapere che la Persona può soffrire di epilessia. E’ male considerare che un ragazzo autistico, perché tale o perché molto sensibile a rumori o suoni forti, non possa accedere a suonare i timpani, togliendogli questa grande, grandissima opportunità.

Casi di successo ad Altravoce: Nicola

Secondo la classificazione infatti, un ragazzo come Nicola (qui all’arpa) non sarebbe mai potuto arrivare a suonare il secondo movimento della Sinfonia n.9 di Dvorak al violoncello. Eppure ce l’ha fatta e alla fine del suo Terzo Anno di Musica Inclusiva ha suonato con una precisione (chiaramente rapportata a ciò che per lui significa questo termine) davvero incredibile, tra la commozione dei suoi genitori e di tutto il pubblico presente al Cinema Teatro Giardino di Breno.

Qui lo puoi vedere durante la sessione di Musica Inclusiva Orchestrale, alle prese con il suo amatissimo violoncello, durante un tremolo, supportato dalla dottoressa Agnese Fenaroli.

Tutti sono adatti alla Musica?

Si pensa sempre che una persona nasca “portata per la musica” oppure no. Fortunatamente ai quasi 40 anni di ricerca a metodo Esagramma, in campo di musica e disabilità, si aggiungono i 50 anni di ricerca di Edwin Gordon e della Music Learning Theory (La Teoria di Apprendimento Musicale). I due approcci, su basi neuroscientifiche dimostrano che – se data la giusta possibilità – tutti sono adatti alla Musica e non si è mai troppo compromessi dalla vita per poter iniziare a vedere ciò che di bello può esserci in noi.

Fabio Dalceri


Musica Disabili Altravoce

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