Progetto DAD: come appiattire le disuguaglianze a scuola
Sin dallo scoppio della pandemia di Covid-19 nel 2020, il modo di fare scuola è profondamente cambiato. Insegnare tramite software come Skype e Zoom è diventata purtroppo la norma, secondo ciò che è stata chiamata “Didattica a Distanza”.
Di certo questa nuova modalità ha permesso agli studenti di restare attivi nell’apprendimento, ma ne sono scaturiti per lo meno tre problemi:
- Efficacia ridotta: L’insegnamento privato del fattore umano perde gran parte del proprio valore. A scuola non si va solo per sentire qualcuno che parla di una cosa scritta da qualche parte, ma per essere guidati da una persona (il docente) alle meraviglie dell’apprendimento, con la possibilità di relazione in tempo reale con i coetanei;
- Costi elevati: la tecnologia costa e non tutti i ragazzi hanno accesso a computer, tablet o persino smartphone adatti ai requisiti minimi dei software necessari; ciò che inoltre ha un costo ancora maggiore, in termini di tempo ed economici, è sicuramente l’alfabetizzazione all’utilizzo delle tecnologie.
- Aumento del divario tra compagni: gli alunni hanno diversi tempi d’apprendimento ed è impossibile tenere l’attenzione di tutta la classe utilizzando delle piattaforme online come mezzo.
Per cercare di ovviare a questi grattacapi, Fondazione Cariplo in collaborazione con l’Associazione “Con i Bambini” ha fatto partire il “Progetto DAD” (Differenti Approcci Didattici).
Progetto DAD, le caratteristiche
Il progetto si compone di cinque azioni.
- Potenziamento delle infrastrutture digitali all’interno degli istituti e consegna di dispositivi a coloro che non se li possono permettere;
- Attivazione di vari percorsi di formazione accessibili da studenti, genitori, insegnanti ed educatori per aumentare la consapevolezza della popolazione sul mondo tecnologico;
- Attivazione di figure che possano accompagnare sia le scuole che le famiglie in questa transizione. Si tratta in particolare della creazione di tre nuove figure lavorative. Consulenti tecnici che riescano ad indicare fonti di finanziamento sul tema del contrasto della povertà educativa, educatori professionisti che aiutino i minori a prendere coscienza del corretto utilizzo dei dispositivi elettronici e infine animatori digitali, persone formate per mantenere attiva questa fase di digitalizzazione nella maniera più corretta;
- Creazione di dieci hub territoriali, sparsi in tutta la zona di competenza del progetto, in cui è possibile organizzare attività di laboratorio e sperimentazione;
- Promozione della cultura, che deve essere aperta e inclusiva, attraverso la creazione e il coinvolgimento di un neo-formato comitato scientifico.
Inoltre, per aiutare chi non è avvezzo alla digitalizzazione, è stato attivato DAB (Di Aiuto ai.. “Boomer”). In maniera totalmente gratuita sono stati caricati sulle maggiori piattaforme di internet degli audio/video tutorial per far sì che più persone possibili possano accedere al mondo del web in maniera totalmente sicura.
Progetto DAD, è utile anche per gli studenti con DSA?
Il Progetto DAD aiuta gli studenti ad approcciare con maggior serenità e di conseguenza di beneficiare di un apprendimento più partecipato. Una delle caratteristiche più difficili della storia recente.
Per un alunno con Disturbi Specifici d’Apprendimento è molto più difficile restare da solo davanti a un PC, senza la guida di un insegnante dal vivo. La figura dell’educatore professionista permette a tutti di accedere alla cultura in maniera inclusiva, senza distinzioni o problemi dati dai limiti della tecnologia.
Altravoce e la DAD
Durante l’inizio della pandemia nel 2020 Altravoce aveva creato uno sportello per la Didattica a Distanza con gli allievi, una specie di “Progetto DAD” ante litteram. Si componeva principalmente di lezioni a distanza, con l’insegnante in sede che invitava alle lezioni Zoom l’allievo con disabilità mentale, che suonava da casa il proprio strumento.
Questa modalità è andata avanti per tutta la fine dell’anno accademico 2019/2020 e, per alcuni allievi, anche nel 2020/2021. Per fortuna ora le restrizioni sono meno rigide e abbiamo ricominciato con le lezioni in presenza. La parte digitale però dev’essere ricordata, perchè ha abbattuto distanze e determinate difficoltà che sarebbero state altrimenti insormontabili. In tutto questo, ci nasce una nuova idea:
e se la DAD di Altravoce diventasse una forma di autonomia dei musicisti con disabilità mentale, per poter suonare anche a casa?
M°Cristian Petenzi