Disabilità intellettive e musica: Le assegnazioni strumentali
Disabilità intellettive e musica. Sia a livello educativo-musicale che riabilitativo si possono raggiungere importanti traguardi per bambini, ragazzi e adulti con autismo, con una disabilità intellettiva o con una sindrome genetica. Grazie al metodo Esagramma che da decenni dimostra la sua validità.
Superare la disabilità è possibile grazie a questo metodo che si applica nel triennio di base di Musica Inclusiva Orchestrale (MIO) che offre Altravoce e grazie anche a progetti esterni in collaborazione con i nostri enti territoriali.
Convivere con la disabilità
La disabilità intellettiva esiste. E’ concreta e non si può semplicemente “guarire” da essa.
La difficoltà sta proprio nel conviverci. Questa difficoltà nasce dalla non comprensione della disabilità e come conseguenza della persona.
Ma non dimentichiamoci che esistono linguaggi diversi:
- il mondo del non verbale
- il mondo fatto di gesti
- le movenze del corpo
- gli sguardi
- i vocalizzi
Come permettere ad un bambino, ragazzo e adulto con disabilità intellettive di esprimere sé stesso in un linguaggio comprensibile e che al tempo stesso permetta di lavorare su di sé? Con la Musica Inclusiva Orchestrale (MIO).
MIO: Itinerario educativo-riabilitativo per una persona con disabilità intellettiva
Il triennio di “Musica Inclusiva Orchestrale” (MIO) è il primo itinerario educativo-riabilitativo che proponiamo ad AltraVoce. La struttura di questo percorso si deve ai fondatori del centro “Esagramma”.
L’organizzazione pratica permette di raggiungere un traguardo importante per la persona con disabilità intellettiva.
Questo percorso prevede:
- il coinvolgimento attivo di allievi e terapeuti in piccoli gruppi orchestrali integrati,
- la presa in carico psico-pedagogica degli alunni
- il rilascio di profili personali.
Ad aiutare la comprensione delle azioni e delle emozioni di ciascun allievo è il “diario”. Dopo ciascuna sessione si annotano le osservazioni che sfociano, alla fine, in un profilo personale.
Nell’ultimo articolo, abbiamo spiegato le prime tre fasi a eseguire per svolgere una assegnazione strumentale corretta. Quest’oggi vedremo l’ultima fase e alcune note a margine da non trascurare.
Educatori musicisti MIO per superare le disabilità intellettive con la musica
Per lo svolgimento di un percorso di musica è evidente la necessità di avere una conoscenza di base dei singoli strumenti da parte degli operatori-educatori del percorso MIO. Di conoscere: le tecniche elementari di accordatura, di produzione del suono, di intervento e di combinazione corretta del loro intervento orchestrale.
Gli operatori infatti devono seguire sin dall’inizio l’ingresso dei ragazzi nell’approccio agli strumenti e assecondare in modo adeguato presso di loro le istruzioni del conduttore.
E’ particolarmente vantaggiosa una certa disponibilità a suggerire le modalità corrette di intervento mediante l’imitazione. Traducendosi nella esecuzione dimostrativa, con identico strumento, a distanza ravvicinata.
Questo bagaglio di competenze elementari. Ma non banali. Fa dunque necessariamente parte del corredo di un educatore MIO.
Altre competenze specialistiche per l’integrazione strumentale nei piccoli gruppi MIO
Un’altra osservazione riguarda l’integrazione del gruppo con l’apporto di altre competenze specialistiche. L’opzione potrebbe sembrare eccessiva ma la sua giustificazione risiede in una precisa ‘filosofia’ del modello.
Essa si basa su questo schema:
la compensazione educativa dell’handicap richiede eccellenza delle risorse relative all’ambito che deve essere compensato.
Per capirci:
Se per insegnare il pianoforte ad un ragazzo normalmente dotato è sufficiente un insegnante anche modestamente dotato. In proporzione per ottenere una soddisfacente padronanza del medesimo strumento da parte del ragazzo in difficoltà, un conoscitore modesto dello strumento è semplicemente necessario.
Perché?
Chi conosce in modo approfondito la varietà delle risorse tecniche e didattiche relative allo strumento possiede un orizzonte più ampio per l’immaginazione di soluzioni adattive varie e articolate.
Disabilità intellettive e musica: Ultima fase delle assegnazioni strumentali
L’ultima fase è quella dedicata alla contestualizzazione interattiva più ampia possibile della scelta strumentale preferita.
Si tratta, in altri termini, di perseguire simultaneamente due obiettivi:
- Uno è quello della smobilizzazione di eventuali ‘fissazioni’ regressive nei confronti dello strumento privilegiato, che di fatto innescano un processo di impoverimento dell’autonomia espressiva conquistata mediante l’evoluta competenza strumentale.
- Il secondo è quello di ampliare il dominio della pratica strumentale richiesta dal lavoro di insieme:
- questa opportunità favorisce preziosissime occasioni di scambio strumentale e di apprendimento reciproco
- incrementa l’attitudine a muoversi nell’ambito musicale con sufficiente disinvoltura e padronanza di sé.
Le persone con disabilità hanno qualcosa da ‘dare’ con l’aiuto della MIO
Incoraggiare i ragazzi con disabilità intellettive a istruire e a guidare un compagno nell’approfondimento dello strumento del quale essi sono in qualche modo ‘esperti’ è una eccellente opportunità educativa.
Una tale situazione infatti è al tempo stesso una verifica preziosa delle risorse di interazione acquisite. E una occasione di apertura allo sviluppo di attitudini simili in altri ambiti della vita personale.
Entrare in possesso della consapevolezza di avere qualcosa da ‘dare’ può ben essere considerato uno degli obiettivi qualificanti della proposta educativa realizzata dai percorsi MIO (Musica Inclusiva Orchestrale).