Nascono i Disability Studies italiani
Un gruppo di ricercatori italiani, insieme a esperti internazionali, ha avviato il primo progetto accademico italiano dedicato ai Disability Studies. L’obiettivo è creare un luogo di discussione in Italia sulle tematiche della disabilità, esaminandola da una prospettiva innovativa e multidisciplinare.
Cosa sono i Disability Studies?
I Disability Studies sono un campo di studio che esamina la disabilità come fenomeno sociale, politico, storico e culturale. Questa disciplina si allontana dalla visione della disabilità come semplice condizione biologica o deficit, vedendola invece come una forma di oppressione sociale. L’obiettivo è evidenziare come la società stessa crei barriere che discriminano le persone con disabilità.
L’approccio politico e sociale dei disability studies
I Disability Studies non si limitano a proporre l’inclusione delle persone disabili nella società esistente. Al contrario, puntano a cambiare la società stessa, promuovendo la partecipazione attiva delle persone con disabilità nelle decisioni che le riguardano. Questo approccio mette in luce le strutture sociali e culturali che perpetuano la discriminazione, sfidando la visione tradizionale che considera la disabilità come un problema medico da risolvere.
Storia e sviluppo della disciplina dei disability studies
Nati negli anni ’70 in Gran Bretagna, i Disability Studies hanno cominciato a consolidarsi come disciplina accademica negli anni ’80. Pionieri come Paul Hunt e Vic Finkelstein hanno criticato come la società tratta le persone disabili, sostenendo che è la società stessa a renderle disabili attraverso l’esclusione. Questa critica si è evoluta nel “modello sociale della disabilità”, che vede la disabilità come un fenomeno creato socialmente piuttosto che un problema individuale.
Il modello sociale della disabilità
Il modello sociale si contrappone al modello medico, che vede la disabilità come una malattia o una condizione personale da correggere. Invece, il modello sociale enfatizza l’unicità dell’individuo, nonostante l’oggettiva fragilità e identifica invece che sono le barriere fisiche, culturali e sociali le vere cause delle difficoltà affrontate dalle persone con disabilità. Secondo questa visione, la disabilità non è una tragedia personale, ma il risultato di una società non inclusiva.
Innovazione nella ricerca
Una delle innovazioni dei Disability Studies è l’inclusione delle persone con disabilità come partecipanti attivi nella ricerca. Questo approccio, definito “ricerca emancipativa”, mira a spostare l’attenzione dalle limitazioni individuali alle problematiche strutturali della società. Ad esempio, domande che tradizionalmente si focalizzano sui limiti personali vengono riformulate per evidenziare le carenze ambientali o sociali. E così possiamo vedere un ragazzo con autismo che ha comportamenti autolesionisti non come pericoloso per sé e senza speranze, bensì come la sua attuale condizione sia il risultato della mancanza di strumenti adeguati nei suoi confronti (educatori specializzati, supervisioni, approcci tipo la ABA..).
Disability Studies in Italia
In Italia, i Disability Studies stanno emergendo grazie all’iniziativa di ricercatori e alla pubblicazione della rivista Italian Journal of Disability Studies. Mentre esistono corsi e programmi su disabilità e diritti umani, manca ancora una presenza accademica consolidata che offra una visione alternativa rispetto alla tradizione dominante. Organizzazioni come la FISH (Federazione Italiana Superamento Handicap) e il CND (Consiglio Nazionale sulle Disabilità) hanno lavorato principalmente per il riconoscimento dei diritti delle persone disabili, ma un approccio accademico strutturato è ancora in fase di sviluppo.
In sintesi, i Disability Studies italiani si propongono di cambiare la percezione della disabilità e di creare una società più inclusiva, dove le persone con disabilità possano partecipare attivamente, anche se la persona vive gravissime difficoltà.
Giulia Gaioni
Volontaria Altravoce