Il tempo è prezioso
Quando da bambino mi capitava di sentire “il tempo è prezioso”, non comprendevo molto il significato, la preoccupazione più grande a quell’età, era fare il prima possibile i compiti per poi poter guardare i cartoni animati e giocare.
Solo crescendo ti rendi conto che quel modo di dire non è poi così campato per aria.
Avevo 16 anni, quando Papa Giovanni Paolo II, proprio sul sagrato della mia chiesa parrocchiale, si rivolse ai giovani dicendo: «Investite bene la vostra vita, che è un talento da far fruttificare; ricordatevi che si vive una volta sola».
Queste parole non me le sono più dimenticate.
La vita è un’opportunità che abbiamo e siccome non è inesauribile, ma dura per un periodo di tempo limitato, bisogna cercare di viverla fino in fondo, senza buttare via nemmeno una giornata.
Spesso mi è capitato di scontrarmi con una teoria che a me non piace per nulla, secondo la quale, per una persona con disabilità l’importante è tenersi occupata, quello che riesce a fare è tutto in più.
Beh, io penso esattamente il contrario: i miei limiti fisici, mi impediscono oggettivamente di fare alcune cose, ma se riesco a distogliere l’attenzione da ciò che non mi è possibile, e alzo lo sguardo, allora mi rendo conto della miriade di opportunità che mi vengono concesse ogni giorno.
Sta a me, solo a me darmi da fare per realizzarmi.
Sono convinto che per una persona con disabilità ci voglia solo un po’ di fantasia e inventiva in più per trovare la modalità giusta per realizzare i propri sogni.
Sì, parlo di sogni, che in fondo non sono altro che quelle piccole o grandi conquiste che ottieni durante una giornata, quelle che ti fanno andare a letto la sera con il sorriso sulle labbra, fiero di non aver buttato via il tuo tempo.
C’è un segreto per vivere una vita ricca e piena senza sciupare il proprio tempo?
Non lo so, credo che ciascuno di noi abbia un proprio metodo. Io vi do la mia ricetta: è importante non avere paura di rimettersi in gioco ogni giorno, anzi direi anche più volte al giorno se è necessario. Così facendo si scoprono i punti di forza, le passioni che ciascuno ha, una volta messi in luce è possibile svilupparli e magari metterli anche a disposizione degli altri.
Provo a fare due esempi concreti: se una persona ama la musica e decide di imparare a suonare uno strumento, sta bene lei perché realizza un suo sogno, ma allo stesso tempo, trasmette la sua serenità anche alle persone vicine, perché la felicità è contagiosa. Vale anche per me che ho trovato nella scrittura lo strumento per stare bene.
Certo, poi c’è chi giustamente potrebbe obiettare, in effetti c’è sempre il rovescio della medaglia: Se mi metto in gioco c’è anche una buona probabilità che io possa fallire”. È assolutamente vero! C’è un però: se per paura non ci provo nemmeno non vivrò mai a pieno, rimarrà dentro di me quella orrenda sensazione di perenne insoddisfazione e non sfrutterò le opportunità offerte dalla vita.
Vale sempre la pena tentare! Se poi arriverà un fallimento, allora bisognerà essere ancor coraggiosi e cambiare strada, reinventandosi, con la certezza che ogni esperienza che facciamo, positiva o negativa che sia, ci rende persone migliori e arricchite. In questa ottica allora non si può fare altro, amare la vita, perché ogni giorno è una continua sorpresa.
Sicuramente non è sempre facile vivere così e questo vale per tutti, non solo per le persone con disabilità, ma cantava Bertoli: “… e alla fine della strada, potrò dire che i miei giorni li ho vissuti…”.
Luca Dalla Palma
