Mondo Abilità

Il Blog di Altravoce Onlus

Amicizia, fede, speranza

Non credo sia semplice per una famiglia accettare con leggerezza o immediatamente, che uno dei propri componenti sia affetto da una forma di disabilità, soprattutto se si tratta di un handicap psichico.

La tentazione più naturale è quella di affrontare le difficoltà da soli per due motivi:

  1. Per un genitore la priorità è il bene del figlio. Si sente spesso dire che solo una mamma può capire fino in fondo le necessità reali del proprio bambino, a maggior ragione se ci sono delle difficoltà, per un genitore nessuna delle persone esterne alla famiglia può essere realmente in grado di assistere nel migliore dei modi il figlio, nonostante tutto l’impegno e la buona volontà che metta.
  2. Un secondo motivo che spinge a “cavarsela da soli” è quello di salvaguardare il proprio bambino, di proteggerlo da una società che potrebbe non capire le sue difficoltà, i suoi bisogni e quindi correrebbe il rischio di farlo sentire escluso ed umiliato.

Sono reazioni normali, dei meccanismi di difesa che fanno parte di ciascuno di noi. Se prendiamo ad esempio le persone affette da autismo, sappiamo che per loro è difficile avere amici, ma non impossibile. Ciascuno di noi ha il diritto ad avere una vita il più soddisfacente possibile e quando ci troviamo a fare i conti con una disabilità, in primis è compito della famiglia aiutare la persona che ha più difficoltà, a trovare la sua giusta dimensione, il suo ruolo nel mondo, mettendosi in gioco insieme a lei e permettendole di mettersi in gioco.

La domanda che ci poniamo oggi è questa: amicizia, fede e speranza, possono essere tre ingredienti nella vita di una famiglia con una persona con disabilità psichica?

Proviamo a mettere in relazione questi tre bellissimi termini con il discorso che stiamo facendo.

  • Amicizia: intesa da due punti di vista. Il primo credo sia fondamentale per due genitori di un figlio con disabilità, circondarsi di amici, perché la famiglia ha bisogno di sostegno e aiuto, non solo pratico, ma anche psicologico, le difficoltà condivise diventano senza alcun dubbio meno pesanti da affrontare; non solo. Perché la disabilità deve rappresentare per forza un ostacolo nella relazione con le altre persone?
    Secondo punto di vista: ho ribadito più volte che la diversità fa paura, ma questo vale per noi adulti; i bambini, al contrario, se accompagnati nel modo giusto non si pongono alcun problema a capire per quale motivo un coetaneo si comporti in modo diverso da loro, per questo motivo anche la persona disabile può benissimo, a mio modo di vedere, instaurare legami di amicizia autentici.
  • Fede: in questo contesto intendo questo termine come fiducia. Sì, fiducia in se stessi, perché ogni genitore, ogni famigliare è sicuramente un punto di riferimento fondamentale per la persona disabile. Ogni genitore fa del proprio meglio; non solo, fiducia anche negli altri: c’è tanta gente disponibile a dare una mano, bastano solo un po’ di coraggio ed un pizzico di umiltà nel chiedere.
  • Speranza: anche una persona con disabilità, può benissimo trovare un suo ruolo nella società, sentirsi realizzata e star bene con sé stessa e con gli altri. Questo però è possibile soltanto se è la famiglia a nutrire questa grande speranza e a credere nelle possibilità del proprio figlio.

Per approfondire questa tema con un punto di vista, assolutamente migliore del mio, vi consiglio un bel libro: “Se ti abbraccio non avere paura” di Fulvio Ervas. Il titolo riprende la frase che papà Franco fa stampare su alcune magliette per suo figlio Andrea, un ragazzo autistico. Non vi anticipo nulla, è un romanzo che va gustato, per me è l’esempio di un padre che non si ferma a vedere i limiti del figlio, ma con fede e speranza dà la possibilità ad Andrea di coltivare rapporti di amicizia. Vi rimando anche alla loro pagina facebook per continuare a seguire le avventure che li vedono protagonisti. (https://www.facebook.com/Franco.Andrea.Antonello/)

– Sai una cosa? Gli scienziati sostengono che siamo tutti diversi e invece ci stiamo sempre più omologando. Di questo passo le uniche isole di diversità rimarranno le persone come suo figlio
– Immagino sia un complimento, dico.
– Volevo dire che una grande sinfonia contiene tante sfumature.

(Se ti abbraccio non avere paura)

Luca Dalla Palma

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