Bailey Matthews, la forza e il coraggio di rialzarsi
Al mondo, tutte le persone cadono. Chi prima, chi dopo, chi fisicamente e chi metaforicamente, ognuno prova la sensazione di essere a terra almeno una volta nella vita. Tutto sta ad avere il coraggio di rialzarsi successivamente, mostrando il petto alle avversità.
Quanti di noi trovano sempre mille scuse per non migliorarsi anche un poco? Un esempio, l’attività fisica. Non appena ci viene proposto ci assalgono i peggiori dolori, tra gambe e braccia, senza contare che il meteo potrebbe peggiorare, o che l’aria condizionata della palestra può essere nociva – “e poi inquina”. In quei momenti ci trasformiamo in ecologisti nonostante trascorriamo quel tempo davanti alla televisione con il condizionatore o il riscaldamento ben puntato. Beh, indovinate un po’ che cosa ci insegna Bailey?
La nostra testa è il problema.
La sua storia ci dimostra che le sfide, nella vita, possono essere affrontate anche se i problemi non sono inventati ma drammaticamente reali, che potrebbero veramente stroncare l’equilibrio di una qualsiasi persona.
La storia di Bailey
Bailey Matthews è un ragazzo di 13 anni, che è balzato su tutte le testate giornalistiche qualche tempo fa, all’età di 8 anni e mezzo – e il motivo scatenante di questa attenzione nei suoi confronti è il fatto che abbia completato un triathlon giovanile a Nottingham, Regno Unito. Fin qui tutto normale, anche 500 suoi coetanei ce l’avevano fatta, ma la cosa speciale è che
Bailey soffre di paralisi cerebrale.
Questa condizione lo costringe a camminare con il deambulatore – e rende tutti i suoi movimenti estremamente più difficoltosi. Eppure, quel giorno completò 100 metri di nuoto, 4 km di bicicletta e 1.3 km di corsa,
tutto da solo, senza l’aiuto di nessuno.
Ovviamente era accompagnato dal padre per motivi di sicurezza, ma chi ha sudato è stato Bailey, con uno spirito olimpico che avrebbe reso più che fiero il barone De Coubertin (ideatore delle Olimpiadi moderne n.d.r.).
Indubbiamente commovente il video pubblicato dalla BBC in cui si vedono gli ultimi metri di corsa del piccolo leone. Si vede come tutto il pubblico lo stia incitando – e l’adrenalina prenda il sopravvento – fino ad indurlo a lasciare il deambulatore e correre da solo i circa 20 metri finali. Una breve distanza, ma non priva di problemi, perché Bailey cade per ben due volte, avendo il coraggio di rialzarsi coraggiosamente e caparbiamente, fino a tagliare trionfante il traguardo. In quel momento capisce che tutta la sua fatica ha portato al risultato da lui desiderato – e scoppia in un pianto di gioia liberatorio tra le braccia degli orgogliosissimi genitori, consapevoli dell’impresa titanica del loro coraggiosissimo figlio.
Nel 2016 gli è stato conferito il premio “Pride of Britain” (“Orgoglio di Gran Bretagna”), un riconoscimento che viene assegnato a chi si è distinto in situazioni particolarmente difficili, spingendosi oltre i propri limiti con coraggio e determinazione. Durante il galà della premiazione, Bailey ha avuto l’occasione di condividere il successo anche con personaggi famosi – come l’ex calciatore David Beckham o il comico e attore David Walliams (per l’occasione vestito da guardia reale) – che gli ha tra l’altro consegnato fisicamente il premio.
Ovviamente la provocazione all’inizio era per strappare un sorriso, non voglio ridurre questa storia straordinaria a della semplice retorica spicciola. Fa riflettere come la maggior parte delle persone sia convinta di poter dare meno di quello che realmente riesce – e spreme al 100% il proprio corpo e la propria mente soltanto in situazioni di particolare stress e/o complessità. Chi nasce con una disabilità più o meno importante, può avere difficoltà nelle cose più “semplici” – ad esempio Bailey fatica a vestirsi ogni giorno – ma
con la giusta mentalità tutto può essere affrontato.
In un mondo in cui la vittoria ad ogni costo sembra essere l’unica via possibile, è un bambino che ci indica la strada da percorrere, tra alti e bassi, superando la disabilità proprio come facciamo ad Altravoce nei percorsi musicali inclusivi e nello stesso modo in cui noi dovremmo affrontare la vita: consapevoli che il fallimento è un’opzione sempre valida, bisogna ricordarsi che “sbagliare” o “non farcela” non è una condizione definitiva e che ogni salita culmina con una discesa. E se essa non si trova subito dietro l’angolo, pazienza. Bisogna avere il coraggio di rialzarsi, e
l’importante è continuare a camminare,
anche dopo le cadute,
come Bailey.