Lettera aperta ad Alex Zanardi
Caro Alex,
non ci conosciamo personalmente, ma la tua storia incredibile attraversa anche questi dettagli.
Ci risiamo, il destino ti ha giocato un altro gioco meschino, l’ennesimo. Non vorrai arrenderti ora? Dopo esserti rimesso in piedi dopo il botto di SPA 1993 e aver rialzato la testa dopo il dramma del Lausitzring 2001?
Alex, la vita ha voluto prenderti le gambe, ma non le hai mai permesso di rubarti la voglia di vivere.
Quando ho saputo di questo altro incidente di percorso ho pensato “sempre a lui succedono”: non percepivo possibile un ulteriore ostacolo nella tua carriera.
Purtroppo però hai preferito far restare tutti col fiato sospeso, come tua abitudine sin dai primi anni di Formula 1. Sia a causa di botti come quello della variante Eau Rouge-Raidillon, sia per incidenti fuori dalla pista, come quando ti investirono mentre eri in bicicletta nello stesso anno.
“È possibile che se il fulmine m’è arrivato tra capo e collo una volta mi colpisca nuovamente, ma rimanere a casa per evitare e scongiurare quest’ipotesi significherebbe smettere di vivere, quindi no, io la vita me la prendo…”
dicesti ad alcuni studenti che, ammiranti, volevano conoscere la visione della vita di un campione funestato dalla sfortuna.
“Io la vita me la prendo”. Questa frase rappresenta in pieno il tuo modo di essere. Sempre al massima velocità, senza mollare di un millimetro, frenando solo per impostare meglio la curva dopo.
Appartieni alla velocità
Sì Alex, tu appartieni alla velocità, almeno quanto la veneri: sulle quattro ruote ti sei guadagnato in pista vari titoli nei kart, due mondiali Champ Car/CART e un titolo italiano di Super Turismo. Ah, specifichiamo:
quest’ultimo te lo sei conquistato senza gambe nel 2005, 4 anni dopo l’incidente.
Da allora hai continuato parallelamente un’altra carriera, con le tre ruote dell’handbike.
Ti davano del pazzo, hai risposto dominando le paralimpiadi di Londra 2012 e Rio 2016, con 4 ori e 2 argenti.
O parliamo dei Mondiali, in cui il tuo palmarès è spaventoso: 12 ori, 5 argenti e 2 bronzi, tra il 2011 e il 2019.
Ma non ti bastava.
Hai continuato ad allenarti e a passeggiare con questo mezzo che tante soddisfazioni ti ha dato, fino al 19 giugno 2020.
Non è colpa di nessuno l’incidente, è una tragica fatalità. Come lo è il fatto che stavi partecipando ad una staffetta di beneficienza.
Hai il cuore grande Alex, non fare scherzi, perchè tra un anno ci sono le Paralimpiadi a Tokyo – e cavolo quanto mi piacerebbe sentire “Alex Zanardi aggiunge un’altra impresa alla sua vita, partecipando alla terza Paralimpiade”.
Ti aspettiamo a braccia aperte
Un’altra cosa, ricordati che il tuo team ti aspetta a braccia aperte, per partecipare all’ennesima gara al limite, magari una bella rivincita alla sfortunata 24h di Daytona dell’anno scorso.
Il rombo dei motori deve fungerti da musicoterapia per farti recuperare da questa, ennesima, caduta.
La tua vita non potrà mai essere tranquilla. Hai bisogno di adrenalina, almeno quanto ne doni ai tuoi tifosi in ogni gara, senza non saresti tu.
Ripeto Alex, non ci conosciamo, ma la tua storia valica qualsiasi limite e ispira a chiunque una voglia di vivere fuori dal comune, come le tue straordinarie imprese sportive.
Questa non vuole essere una lettera d’addio, bensì un auspicio ad un tuo ritorno alla vita e alle competizioni il più presto possibile.
Noi, come Altravoce, ti siamo vicini e siamo pronti a saltare in sala orchestra davanti ad una tua vittoria.
Forza Alex, campione di sport e di vita come davvero pochi nella storia!